Malcantone in Ticino: Agorà Teatro, Magliaso

A cura di Blue Sky

Il Malcantone è un territorio del Canton Ticino, comprensivo di diciannove comuni, che si estende dal Lago di Lugano fino al Monte Lema, costellato da piccoli villaggi, strade di montagna, grandi castagni e vigneti. Un tempo era attiva l’estrazione di minerali metallici di cui oggi restano solo alcuni reperti storici visitabili in diversi luoghi della regione e, nelle valli, è possibile visitare preziosi tesori artistici, culturali e musei caratteristici.

Ed è proprio in questa regione che si possono trovare perle rare dell’arte performativa in Ticino. Artisti e spazi di inusuale bellezza e alta professionalità, legati da un desiderio di condivisione della propria e altrui umanità. Dove l’arte si fa casa, diventa materia, nei corpi e prende valore tanto nella ricerca silenziosa quanto nei luoghi aperti al pubblico.

Blue Sky ha incontrato, per Ensemble, gli artisti del Malcantone associati a Scena Svizzera: Opera retablO di Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande di Sandro Schneebeli, Teatro Agorà di Marzio Paioni e Olimpia De Girolamo, Teatro Lo Sgambetto per la direzione di Melanie Häner. Ognuno di loro è un microcosmo!

Intervista a Marzio Paioni e Olimpia de Girolamo, co-direttori artistici

A  Magliaso, a pochi passi dalle rive del lago c’è una casa che contiene un teatro, l’Agorà Teatro, casa delle arti, fondata nel 2005 da Marzio Paioni.

Ensemble Magazin: Perché costruire un teatro dentro una casa?

Marzio: Dopo gli anni di studio intensi tra Milano e Roma si è manifestato in me il forte desiderio di trasmettere ad altre persone ciò che di positivo stavo vivendo. Grotowski, in uno dei suo testi, parla di “avere una capanna” e da lì è arrivata l’ ispirazione: aprire uno spazio in casa per accogliere e comunicare. Agorà Teatro è nato, quindi, come un’esigenza umana, aldilà della scuola di teatro, di poter dire “Io sono qua” e condividere con altri umani la vita, un certo modo di pensare e di fare. Ho proprio voluto che la casa e il teatro fossero, nella stessa “capanna”, con una porta, come unica soglia per attraversare il confine. Ho voluto creare un luogo in cui le persone potessero entrare in relazione con se stessi e gli altri, per scoprire le proprie capacità interiori, la propria emotività, la propria capacità di comunicare.

Il teatro era luogo catartico dove vedendo qualcuno a cui accadono delle cose io ne esco rinnovato e purificato.

Marzio Paioni, Direttore artistico di Agorà Teatro

Quale è il significato del nome Agorà Teatro?

Agorà è un luogo di incontro, una piazza e indica, fin dall’antichità, un luogo comunitario. La parola Teatro nel suo senso originario significa fare comunità che è il motivo per cui i greci, più di duemila anni fa, lo hanno creato. Il teatro era luogo catartico dove vedendo qualcuno a cui accadono delle cose io ne esco rinnovato e purificato. 

Agorà Teatro vuole essere proprio questo: una piazza simbolica in cui le persone, sconosciute tra loro, possano incontrarsi per crescere e che il pubblico possa sentirsi vivo e partecipe. Il teatro è questo: abitare questo spazio tra me e te.

Sostare nella zona liminale della soglia tra casa e teatro, muove anche delle scelte etiche. Cerchiamo di vivere, nell’attitudine della vita quotidiana, una coerenza interna, che portiamo in scena e ai nostri allievi. Non potrebbe che essere così: avere un habitus, da portare, vivere e trasmettere. I nostri allievi vivono e abitano questa agorà: la porta d’ingresso del teatro è sempre aperta e loro possono venire per provare e allenarsi.

Avere un teatro come questo significa creare una comunità, tessere in un gruppo di persone che condividono valori: i nostri sono pacifici, la persona è al centro e niente è interessante se non la persona.

Quale è il fulcro del vostro lavoro?

Il fulcro del nostro lavoro è la parola persona e il suo potere personale. In questa agorà arrivano persone (“anime belle”) di professioni e età diverse che stanno cercando tutte la stessa cosa: un luogo dove poter finalmente riconnettersi con tutto ciò che il mondo fuori ci fa dimenticare. Avere un teatro come questo significa creare una comunità, tessere in un gruppo di persone che condividono valori: i nostri sono pacifici, la persona è al centro e niente è interessante se non la persona. Ne segue che uno dei valori fondanti è il lavoro fisico. Grotowsky ci insegnava questo: il training, con la sua disciplina, è l’opportunità di riscoprire il proprio corpo come canale per contattare l’essenza dell’essere persona, la propria anima.  La ricerca profonda con e nel corpo diventa lo strumento d’indagine sul mondo, crescita personale, spazio di relazione e creazione poetica.

Per questo siamo in contatto con il lavoro di Grotowski: presto tutto me stesso al personaggio, che ha un’anima, a cui mi metto a disposizione.

Come si traduce tutto questo nella vostra poetica?

Il teatro è il mezzo di studio dell’essere umano in tutte le sue forme e espressioni. La nostra poetica ha sempre a che fare con le questioni umane e nelle nostre creazioni si aprono sempre delle domande esistenziali sia negli spettacoli di produzione che in quelli dei corsi di formazione. Per questo siamo in contatto con il lavoro di Grotowski: presto tutto me stesso al personaggio, che ha un’anima, a cui mi metto a disposizione.  Il training, il lavoro vocale e l’ascolto sono fondamentali per schiudere le porte alla poesia. Al centro c’è sempre la persona e ascoltare l’altro è la vita. Cosa e dove mi sta toccando, cosa e come sento, come mi sta muovendo.

Ogni testo, ogni autore ci dà delle circostanze date e noi cerchiamo di contattarle. A volte ne creiamo di nostri, come in La Mar. E’ una ricerca nell’umano: cosa abbiamo a che fare  noi con questa storia? Quali sono gli agganci con la vita? Cosa succede lì? Non a caso l’origine greca della parola Teatro deriva da theaomi, guardare e si usava la parola oida, conosco che combacia con ho visto. Attraverso  il fatto di vedere il tuo comportamento che è più importante delle parole, così come l’ascolto, io vedo e conosco. Ed è sempre divertere: spostare lo sguardo.

In Agorà Teatro non c’è divisione tra formazione e produzione, c’è una cura assoluta in tutti i passaggi. È la nostra attitudine professionale, è una coerenza interna del nostro modo di fare teatro. Può cambiare la profondità del lavoro e lo spingersi oltre, ma non c’è mai una questione egocentrica.

Da quello che dite sembra che non ci sia una divisione netta tra il vostro lavoro di produzione e gli spettacoli dei corsi di formazione.

In Agorà Teatro non c’è divisione tra formazione e produzione, c’è una cura assoluta in tutti i passaggi. È la nostra attitudine professionale, è una coerenza interna del nostro modo di fare teatro. Può cambiare la profondità del lavoro e lo spingersi oltre, ma non c’è mai una questione egocentrica. I nostri allievi imparano ad andare in scena presentando al pubblico un lavoro basato sullo studio dei testi di diversi drammaturghi. Provano, con la propria esperienza, la fatica di che cosa significa costruire una scena, la disciplina del materiale, la cura dello spazio. Cerchiamo di trasmettere l’onestà di andare fino in fondo alle idee, anche le più folli e di scegliere quello che ti ha scelto, nel bene  e nel male.

Il percorso, con l’acquisizione delle tecniche teatrali, ha un grande valore che permette di andare a scoprire perché si sta facendo quella cosa.

La comprensione del training, così come la voce che è un grande rivelatore, arriva con il tempo, non è immediata e il livello del capire cognitivo arriva dopo l’aver percepito, sentito, vissuto. Il teatro è un veicolo per arrivare a tutto ciò. Il percorso, con l’acquisizione delle tecniche teatrali, ha un grande valore che permette di andare a scoprire perché si sta facendo quella cosa. E’ possibile far vedere le nostre ricchezze, le magnificenze che siamo.

Biografia

Agorà Teatro è un luogo fondato a Magliaso nel 2005 da Marzio Paioni per accogliere ed educare all’arte un’intera comunità. Attualmente la co-direzione artistica è di Marzio Paioni e  Olimpia De Girolamo con la consulenza artista e registica di Claudio Orlandini (co-fondatore) e  il sostegno del regista Philippe Blanc. Organizza corsi di formazione per bambini, ragazzi e adulti che sfociano in spettacoli finali. Realizza una rassegna Segni d’arte in cui sono previsti sia spettacoli sia incontri di formazione dedicati a tutta la società. Gli ultimi spettacoli prodotti per la regia di Claudio Orladini sono: La Mar, I Fisici, Barbuta e Il Grande Drago.

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