Massive Vorwürfe an die Ballettschule Theater Basel

Fortsetzung Medienspiegel vom 30. September 2022: In Kooperation mit der „NZZ am Sonntag“ hat das Online Magazin „Bajour“ aus Basel eine umfangreiche Recherche zur Thematik publiziert, die auf Interviews mit 33 Tänzerinnen basiert. Trotz jahrelangem Missbrauch hat die Basler Behörde bis anhin wenig unternommen. Die Leitung der Schule streiten die Vorwürfe vehement ab. Darunter waren erschütternde Stimmen der Tänzerinnen wie diese:

«Als eine Mitschülerin völlig abgemagert ins Spital eingeliefert und an die Sonde angeschlossen werden musste, rüttelte uns das durch. Wir waren zu jung, um das mit den Methoden der Schule in Verbindung zu bringen, für uns war die Botschaft: So dünn müssen wir also werden, um der Direktorin zu gefallen.»

Julie Diethelm, Schülerin an der BTB

oder diese:

«Ich weinte regelmässig und hoffte, man würde uns helfen. Aber niemand setzte sich für uns ein. Es schien, als hätten sie alle eine stillschweigende Vereinbarung getroffen: Was hier läuft, mag hart sein, aber nötig. Man brach uns, und alle schauten zu.»

Madison Devietti

Aktuell will die Ballettschule Theater Basel  eine unabhängige Untersuchung in Auftrag geben und sich wheren, was in einer Mitteilung auf Bajour heute bekannt gegeben wurde. Dies nachdem Bajour und die «NZZ am Sonntag» Vorwürfe von Schüler*innen publik machten, die von jahrelangem Missbrauch berichten.

In den Gesprächen, die Bajour und die «NZZ am Sonntag» mit den 33 Schüler*innen führten, werden der Schule Demütigungen im Unterricht, systematische Beschimpfungen und Mobbing vorgeworfen. Die meisten Frauen sollen während der Zeit an der BTB keine Menstruation gehabt, eine 1,69 Meter grosse Studentin noch 36 Kilo gewogen haben. Panikattacken, Essstörungen, Ermüdungsbrüche sollen die Folge gewesen sein. Neben den Gesprächen haben wir zahlreiche Krankenakten, Mails und Textnachrichten ausgewertet.

Bajour, Online Magazin

Es sei nicht die erste öffentliche Diskussion über die Ausbildung von Balletttänzer*innen in der Schweiz. Lange Zeit hätten die Spitzensportler*innen als Symbol für Eleganz und Perfektion, wenn sie anmutig Pirouetten drehen und scheinbar mühelos auf Zehenspitzen über die Bühne gleiten. Doch das System, das Balletttänzer*innen hervorbringt, steht immer öfter unter Kritik. Diesen Sommer machte Die Zeit Anschuldigungen publik, dass an der Zürcher Tanz Akademie (TAZ) ein System der Angst herrsche.

Wichtig: Die Mitgliedschaft bei SzeneSchweiz ist währen der Ausbildung gratis und auf der Website gibt es eine anonyme Meldeplattform, die jederzeit genutzt werden kann.

Malcantone in Ticino: Salone Piazza Grande, Curio

A cura di Blue Sky

Il Malcantone è un territorio del Canton Ticino, comprensivo di diciannove comuni, che si estende dal Lago di Lugano fino al Monte Lema, costellato da piccoli villaggi, strade di montagna, grandi castagni e vigneti. Un tempo era attiva l’estrazione di minerali metallici di cui oggi restano solo alcuni reperti storici visitabili in diversi luoghi della regione e, nelle valli, è possibile visitare preziosi tesori artistici, culturali e musei caratteristici.

Ed è proprio in questa regione che si possono trovare perle rare dell’arte performativa in Ticino. Artisti e spazi di inusuale bellezza e alta professionalità, legati da un desiderio di condivisione della propria e altrui umanità. Dove l’arte si fa casa, diventa materia, nei corpi e prende valore tanto nella ricerca silenziosa quanto nei luoghi aperti al pubblico.

Blue Sky ha incontrato, per Ensemble, gli artisti del Malcantone associati a Scena Svizzera: Opera retablO di Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande di Sandro Schneebeli, Teatro Agorà di Marzio Paioni e Olimpia De Girolamo, Teatro Lo Sgambetto per la direzione di Melanie Häner. Ognuno di loro è un microcosmo!

Intervista a Sandro Schneebeli, musicista e fondatore del Salone Piazza Grande

L’Associazione Salone Piazza Grande a Curio, è stato fondato da Sandro Schneebeli, chitarrista, compositore e produttore (NEVEmusic.ch), come un luogo per eventi musicali e culturali uniti a cibo di qualità e per eventi privati.

Come nasce Salone Piazza Grande?

Questo spazio nasce da un’idea lontana nel tempo.In origine cercavo uno studio, dopo essere diventato papà per la seconda volta, per poter lavorare in tranquillità fuori casa. Ho trovato uno spazio a Madonna del Piano, dentro una fabbrica di micro meccanica di un amico. Era molto grande, mentre io cercavo un piccolo atelier e un ufficio. Questo però ha dato il la all’idea di poterci aprire e programmare dei piccoli concerti. Così ho sistemato lo spazio, l’abbiamo chiamato Allocale (poi Circolo Allocale) e per sette anni abbiamo organizzato eventi privati associati a una semplice cena.

I soci sono diventati sempre di più e così ho deciso di spostarmi a Curio, il mio luogo di origine, di cambiare faccia all’Associazione e di fondare nel 2017 l’associazione Salone Piazza Grande che ad oggi conta circa centosessanta soci. Qui continuo a proporre eventi abbinando il cibo all’origine del musicista ospite o al genere musicale: questa modalità  sta avendo successo e arriva un pubblico molto variegato.

Nasce da una mia esigenza di creare un punto d’incontro ed è il mio modo di socializzare.

Sandro Schneebeli

Questo fare multiculturale mi ha ricordato le strade e le piazze africane, piene di gente, di suoni, di vita, di incontro, come mai questo nome?

Le persone arrivano in paese, cercando la Piazza Grande e non la trovano. Sai perché? Cento anni fa la famiglia Morandi voleva creare per il paese una struttura come punto di incontro e il municipio ha messo loro a disposizione la piazza stessa. Così hanno costruito la struttura sopra la piazza e da qui il nome Salone Piazza Grande di cui oggi sono il gestore.

Non lo faccio per un business personale e non esiste la concorrenza tra artisti. Per me esiste la sinergia, insieme si può creare più movimento culturale.

Quale è il fulcro dell’attività del Salone?

Nasce da una mia esigenza di creare un punto d’incontro ed è il mio modo di socializzare. Non ho bisogno di andare nei bar, nei teatri o ai concerti: la gente viene da me. Ho il lusso di organizzare musica e di ingaggiare artisti a cui tengo, secondo il mio gusto. Mi piace creare situazioni in cui le persone vivono un’esperienza di cortocircuito culturale: sei a Curio, un piccolo villaggio svizzero e una volta aperta la porta del Salone, atterri all’improvviso a New York, Berlino o Parigi.

Nella mia storia di musicista, avendo studiato a Berna, viaggiato  molto e collaborato con artisti di tutto il mondo ho potuto creare una serie di contatti importanti. Così quando i musicisti sono in tournée in Europa, passano anche di qui e posso offrire musica di qualità al mio pubblico. Organizzare eventi è la mia passione e mi è rimasta da quando da giovane facevo il cameriere per pagarmi gli studi a Berna: preparare la mis en place, accogliere le persone e sistemare la sala per  gli eventi è un grande piacere.

Era già uno spazio eventi e porta con sé lo storico del mio studio precedente e la memoria stessa del luogo.

Non lo faccio per un business personale e non esiste la concorrenza tra artisti. Per me esiste la sinergia, insieme si può creare più movimento culturale. A me interessa proporre buona musica e sono stupito del fatto che ad oggi il mio pubblico arriva anche da lontano e si fa quarantacinque minuti o un’ora di strada per assistere alle serate. Il livello artistico è fondamentale e cerco sempre di trovare quei gruppi nei quali puoi riconoscere autenticità, indipendentemente dal genere e dal gusto personale.

Anche il cibo è una delle note di importanti delle serate e il nostro cuoco Anthony Aiello (membro del comitato), cerca sempre di trovare ricette particolari spaziando nei vari generi culinari. Il Salone non è finanziato da fondi pubblici, per scelta, e prosegue la sua attività grazie ai soci che ogni anno decidono liberamente di aderire al progetto. E’ con questa volontà che il Salone continua ad essere in vita e a proporre la programmazione annuale.

Se dovessi dare una definizione: Salone Piazza Grande è ……?

Era già uno spazio eventi e porta con sé lo storico del mio studio precedente e la memoria stessa del luogo. Ai tempi era già l’osteria del paese: un ristorante-taverna dove la gente  veniva a passare le serate e le giornate. Io sono nato e cresciuto a Curio. Qui i vecchietti venivano a giocare a carte, il camino era sempre acceso, si faceva la polenta, si festeggiavano i carnevali e i Natali con il San Nicolao che entrava con l’asino (che ho scoperto poi essere mio padre!). Sono poi passati diversi gerenti e per quasi quindici anni è rimasto un edificio in rovina, poi la famiglia Affolter di Zurigo lo ha acquistato e completamente ristrutturato mantenendo l’originalità del posto con l’intento di farlo diventare uno spazio eventi. Lo hanno gestito per dieci anni e poi ho deciso di prenderlo io.  Ancora oggi Salone Piazza Grande, oltre che luogo di eventi musicali, rimane luogo di incontro per il paese e, due volte al mese, l’associazione CineCurio propone proiezioni cinematografiche. Inoltre d’estate, il sabato e la domenica, il locale è aperto per offrire servizio ai turisti e al paese. Infine è possibile affittare gli spazi per eventi privati. Io lo chiamo “il piccolo LAC del Malcantone” e il mio motto è “facciamo fluire la cultura!”.

Biografia

L’Associazione Salone Piazza Grande è nata nel 2017 ed ha come scopo principale quello di diffondere tramite concerti e altre forma artistiche, la cultura fra le persone. Un incontro tra musicisti e il pubblico del luogo che vuole essere spontaneo e naturale. Uno spazio nel Malcantone in cui rilassarsi e stabilire un dialogo con le diverse culture del mondo. In programma ogni anno  12-16 eventi.

Sandro Schneebeli: chitarrista, compositore, produttore (NEVEmusic), coach per team building, musica per teatro e film. Chitarrista svizzero di notevole caratura, vive a  Curio ma le sue radici familiari spaziano dalla Siberia alla Sicilia. Musicista e viaggiatore appassionato, ha visitato con la sua musica tutti i continenti suonando ovunque con musicisti locali e a festival internazionali.

 

Malcantone im Tessin: Salone Piazza Grande, Curio

Text von Blue Sky

Der Malcantone ist ein Gebiet im Kanton Tessin, das neunzehn Gemeinden umfasst und sich vom Luganersee bis zum Monte Lema erstreckt, mit kleinen Dörfern, Bergstraßen, großen Kastanienbäumen und Weinbergen. Und genau in dieser Region befinden sich seltene Perlen der Tessiner Performancekunst.

Einst wurden Metallerze abgebaut, von denen heute nur noch wenige historische Artefakte erhalten sind, und in den Tälern können wertvolle Kunst- und Kulturschätze und charakteristische Museen besichtigt werden. Künstler*innen und Räume von ungewöhnlicher Schönheit und hoher Professionalität, die durch den Wunsch verbunden sind, ihr eigenes Menschsein mit den anderen zu teilen. Dort, wo sich die Kunst zu Hause fühlt, wird sie zu Materie, zu Körpern, und gewinnt an Wert sowohl in der stillen Suche wie auch an öffentlich zugänglichen Orten.

Blue Sky traf für Ensemble-Magazin die Künstler*innen des Malcantone, die  Mitglieder von ScenaSvizzera sind: Opera retablO von Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande von Sandro Schneebeli, Teatro Agorà von Marzio Paioni und Olimpia De Girolamo und Teatro Lo Sgambetto unter der Leitung von Melanie Häner – jede und jeder von ihnen ist ein Mikrokosmos der Performancekunst!

Interview mit Sandro Schneebeli, Musiker und Gründer von Salone Piazza Grande

Der Verein Salone Piazza Grande in Curio wurde von Sandro Schneebeli, Gitarrist, Komponist und Produzent, als Veranstaltungsort für musikalische und kulturelle Events in Kombination mit hochwertiger Gastronomie und privaten Events gegründet.

Ensemble Magazin: Wie wurde der Salone Piazza Grande geboren?

Sandro Schneebeli: Dieser Raum ist vor langer Zeit aus einer Idee geboren. Ursprünglich war ich auf der Suche nach einem Studio, damit ich in Ruhe außerhalb des Hauses arbeiten konnte, nachdem ich zum zweiten Mal Vater geworden war. Ich fand einen Raum in Madonna del Piano, in einer Mikromechanik-Fabrik eines Freundes. Er war sehr groß, während ich auf der Suche nach einem kleinen Studio und einem Büro war. Dies gab jedoch grünes Licht für die Idee, dort kleine Konzerte zu organisieren. Also richtete ich den Raum ein, wir nannten ihn Allocale (später Circolo Allocale), und sieben Jahre lang organisierten wir private Veranstaltungen, die mit einem einfachen Abendessen verbunden waren.

Die Mitglieder wurden immer mehr und so beschloss ich, nach Curio, meinem Herkunftsort, umzuziehen, um das Gesicht des Vereins zu verändern und 2017 den Verein Salone Piazza Grande zu gründen, der heute etwa einhundertsechzig Mitglieder hat. Hier biete ich weiterhin Veranstaltungen an, bei denen das Essen auf die Herkunft des Gastmusikers oder auf das Musikgenre abgestimmt ist: Dieser Modus hat sich bewährt, und es kommt ein sehr vielfältiges Publikum.

Es entspringt meinem Bedürfnis, einen Treffpunkt zu schaffen, und es ist meine Art, Kontakte zu knüpfen.

Sandro Schneebeli, Gründer des Salone Piazza Grande in Curio

Dieses multikulturelle Treiben erinnerte mich an afrikanische Straßen und Plätze, voller Menschen, Geräuschen, Leben, Begegnungen – warum dieser Name?

Die Leute kommen in das Dorf und suchen nach der Piazza Grande und finden sie nicht. Weisst du warum? Vor einhundert Jahren wollte die Familie Morandi eine Struktur für das Dorf als Treffpunkt schaffen, und die Gemeinde stellte ihnen den Dorfplatz zur Verfügung. Sie bauten die Struktur oberhalb des Platzes und daher der Name Salone Piazza Grande, dessen Leiter ich heute bin.

Ich mache das nicht aus persönlichen  geschäftlichen Gründen, und es gibt keinen Wettbewerb zwischen den Künstlern. Für mich gibt es Synergien, gemeinsam können wir mehr kulturelle Bewegung schaffen.

Was ist der Schwerpunkt der Aktivitäten des Salone?

Es entspringt meinem Bedürfnis, einen Treffpunkt zu schaffen, und es ist meine Art, Kontakte zu knüpfen. Ich muss nicht in Bars, Theater oder Konzerte gehen: Die Leute kommen zu mir. Ich habe den Luxus, Musik zu organisieren und Künstler zu engagieren, die mir wichtig sind, ganz nach meinem Geschmack. Ich mag es, Situationen zu schaffen, in denen die Leute ein kulturelles Erlebnis des Staunens und der Ehrfurcht haben: man ist in Curio, einem kleinen Schweizer Dorf, und sobald man die Tür des Salones öffnet, landet man plötzlich in New York, Berlin oder Paris.

In meinem Werdegang als Musiker, der in Bern studiert hat, viel gereist ist und mit Künstlern aus der ganzen Welt zusammengearbeitet hat, konnte ich eine Reihe wichtiger Kontakte knüpfen. Wenn also Musiker in Europa auf Tournee sind, kommen sie auch hier vorbei, und ich kann meinem Publikum hochwertige Musik bieten. Das Organisieren von Veranstaltungen ist meine Leidenschaft und hat mich nicht mehr losgelassen, seit ich als junger Mann als Kellner gearbeitet habe, um mein Studium in Bern zu finanzieren: Das Vorbereiten des Mise en place, der Empfang der Gäste und das Einrichten des Raums für Veranstaltungen machen mir viel Freude.

Es war bereits ein Veranstaltungsraum und trägt die Geschichte meines früheren Ateliers und die Erinnerung an diesen Ort in sich.

Ich mache das nicht aus persönlichen  geschäftlichen Gründen, und es gibt keinen Wettbewerb zwischen den Künstlern. Für mich gibt es Synergien, gemeinsam können wir mehr kulturelle Bewegung schaffen. Mir geht es darum, gute Musik anzubieten, und ich bin erstaunt, dass mein Publikum bis heute von weit her kommt und fünfundvierzig Minuten bis zu einer Stunde unterwegs ist, um Auftritte zu besuchen. Die künstlerische Ebene ist von grundlegender Bedeutung, und ich versuche immer, die Bands zu finden, bei denen man die Authentizität erkennen kann, unabhängig von Genre und persönlichem Geschmack.

Auch das Essen ist ein wichtiger Bestandteil der Abende, und unser Küchenchef Anthony Aiello (Mitglied des Komitees) versucht immer, besondere Rezepte aus verschiedenen kulinarischen Genres zu finden. Der Salone wird nicht aus öffentlichen Mitteln finanziert, er setzt seine Aktivitäten dank der Mitglieder fort, die sich jedes Jahr freiwillig für eine Mitgliedschaft entscheiden. In diesem Sinne ist der Salone weiterhin lebendig und bietet sein Jahresprogramm an.

Wenn du eine Definition geben müsstest: Salone Piazza Grande ist …?

Es war bereits ein Veranstaltungsraum und trägt die Geschichte meines früheren Ateliers und die Erinnerung an diesen Ort in sich. Damals war es bereits die Dorfschänke: eine Restaurant-Schänke, in der die Menschen ihre Abende und Tage verbrachten. Ich bin in Curio geboren und aufgewachsen. Die alten Leute kamen hierher, um Karten zu spielen, der Kamin war immer angezündet, es wurde Polenta gemacht, Karneval und Weihnachten wurden gefeiert, und der Nikolaus kam auf einem Esel (der, wie ich später herausfand, mein Vater war!). Dann kamen und gingen mehrere Verwalter, und fast fünfzehn Jahre lang blieb das Gebäude eine Ruine. Dann kaufte es die Familie Affolter aus Zürich und renovierte es vollständig, wobei die Originalität des Ortes erhalten blieb, mit der Absicht, es in einen Veranstaltungsraum zu verwandeln. Sie haben es zehn Jahre lang betrieben, und dann habe ich beschlossen, es zu übernehmen.  Auch heute noch ist der Salone Piazza Grande nicht nur ein Ort für Musikveranstaltungen, sondern auch ein Treffpunkt für das Dorf, und zweimal im Monat bietet der Verein CineCurio Filmvorführungen an. Im Sommer ist das Lokal außerdem Samstags und Sonntags für die Touristen und das Dorf geöffnet. Schließlich ist es möglich, den Raum für private Veranstaltungen zu mieten. Ich nenne es „das kleine LAC des Malcantone“ und mein Motto lautet: „Lasst die Kultur fließen!

Biografie

Die Associazione Salone Piazza Grande wurde 2017 gegründet und ihr Hauptziel ist die Verbreitung von Kultur unter den Leuten durch Konzerte und andere künstlerische Formen. Eine Begegnung zwischen den Musikern und dem lokalen Publikum, die spontan und natürlich sein soll. Ein Raum im Malcantone, in dem man sich entspannen und einen Dialog mit den verschiedenen Kulturen der Welt aufnehmen kann. Jedes Jahr stehen 12-16 Veranstaltungen auf dem Programm.

Sandro Schneebeli ist Gitarrist, Komponist, Produzent (NEVEmusic), Coach für Teambuilding, Musik für Theater und Film. Er lebt in Curio, seine familiären Wurzeln reichen jedoch von Sibirien bis Sizilien. Als leidenschaftlicher Musiker und Reisender hat er alle Kontinente mit seiner Musik bereist und überall mit lokalen Musikern und auf internationalen Festivals gespielt.

filmZ – eine Filmschauspielschule bricht mit Normen

Ensemble trifft Sandra Fischer, Mitbegründerin von Filmschauspielschule Zürich, kurz filmZ, und selbständige Beraterin, zum Gespräch über die Bildungslandschaft im Schweizer Film.

Fischer kommt aus der Erwachsenenbildung und hat viel Erfahrung in Kulturmanagement, sie ist selbständige Auditorin und Beraterin. Simon Keller ist vom Beruf aus Schauspieler und schreibt und leitet theaternahe Projekte. Er hat jahrelang an Theatern inszeniert aber auch selber Stücktexte verfasst. Die filmZ fing als Projekt 2021 an und fand schnell Zuspruch und Sympathie. Das Unternehmen ist eine eigenständige GmbH, Fischer bildet den Vorstand, kümmert sich um Strategisches und um die Kooperationen mit anderen Institutionen. Keller zieht die Projekte auf und leitet sie. Mit den externen Dozent*innen wird so das Kernteam geformt von der filmZ. Das Curriculum wird stets aktualisiert und die externen Diplomprüfungen von Jury-Mitgliedern zusammengesetzt, unter anderem mit SzeneSchweiz und renommierten Schulen aus Deutschland. Anhand von einem Prüfungskatalog wird dann bewertet. Die filmZ ist noch nicht schweizweit bekannt, das wird sich aber bald ändern, meint Fischer.  

Die filmZ ist noch nicht schweizweit bekannt, das wird sich aber bald ändern.

Sandra Fischer, Gründerin

Als Erwachsenenbildnerin und Diplompädagogin weiss sie, was wichtig ist bezüglich einem akademischen Anspruch und dem Qualitätsmanagement. Die Inhalte folgen einem gezielten Lehrplan, ausserdem sind fast alle Student*innen nebenbei berufstätig. Die filmZ ist durch eduQua:2012 zertifiziert, dem Schweizerischen Qualitätszertifikat für Weiterbildungen. 

Zudem legt die filmZ hohen Wert auf Datenschutz und das Wissen auch an die Student*innen weiter. Bezüglich Informationssicherheit und Qualitätsmanagement ist die Filmschauspielschule auf dem neusten Stand. Fischer sieht sich selber als Brückenbauerin zwischen Formalien und des schauspielerischen Berufsfeldes und hält ihren Fokus auf eine qualitativ hochwertige Ausbildung.  

Fischer sieht sich selber als Brückenbauerin zwischen Formalien und des schauspielerischen Berufsfeldes und hält ihren Fokus auf eine qualitativ hochwertige Ausbildung.

Die Dozent*innen bringen eine breite Expertise mit, haben bereits unterrichtet und stehen auch selbst vor der Kamera, wie zum Beispiel Beren Tuna oder Caspar Kaeser. Ausserdem bringen sie auch die Skills mit, Inhalte an junge Leute zu vermitteln. Darunter sind wichtige Fächer, wie Acting Basics, das Rollenstudium, aber auch Fächer in Richtung Bewegung und Stimmtraining. Nebst dem Bühnendeutsch werden auch die verschiedensten Dialekte gefördert. „Es gibt viele tolle Drehbücher in Mundart. Wir ermutigen die Leute auch in den Projekten, diese auszubauen“, meint Fischer.  

Der Aufbau des Studiums und der Modulplan ist für alle Studierenden derselbe. Jedoch können in bestimmten Fällen auch Anpassungen vorgenommen werden, meint Fischer: „Wir legen grossen Wert auf Weiterentwicklung. Teils übernehmen wir Leute von anderen Schulen und versuchen individuell einzuwirken. Wenn beispielsweise jemand noch nicht gut Deutsch spricht, kann man auf einem tieferen Niveau Module belgen.“ 

Wir legen grossen Wert auf Weiterentwicklung. Teils übernehmen wir Leute von anderen Schulen und versuchen individuell einzuwirken.

Es gäbe aber auch Fälle, in denen die Zwischenprüfung zeigt, dass das Kontingent nicht geschafft werden kann. Diese Personen werden dann auf Alternativen beraten. Grundsätzlich haben alle die Chance, zu bestehen, aber es gibt Grenzen. Wenn der Beruf nicht der Richtige ist, dann wird auch ehrlich vorgegangen und zusammen nach Lösungen gesucht. 

Es gehe um einen nachhaltigen und langfristigen Aufbau der Schule, Chancen zur Vernetzung werden geboten. Aktuell werden Projekte im Bereich Film bereits im zweiten Jahr erfolgreich mit der SAE umgesetzt. Die meisten Student“innen, die sich bei der filmZ bewerben, sind für die gängigen Hochschulen nicht zugelassen oder befinden sich bereits in anderen Berufen 

Die filmZ lockert die Chancen zu einer schauspielerischen Bildung auf, was sehr positiv ist für die Schweizerische Bildungslandschaft.

Die Schule befindet sich auf dem Bildungsniveau einer schweizerischen Lehre oder ist als zweiter Bildungsweg geeignet. Wenn die Arbeit flexibel ist, geht das gut. Es sind somit jüngere Leute ohne Zulassung zur Fachhochschule und Hochschule oder Leute, die die Altersgrenze zur Zulassung bereits überschreiten. Es gibt aber auch weitere Gründe. Die filmZ lockert die Chancen zu einer schauspielerischen Bildung auf, was sehr positiv ist für die Schweizerische Bildungslandschaft. Denn Talent und Bildungsgrad sind nicht immer identisch. Fischer kann Talente erkennen, die an einer normalen Schule keine Chance haben und mit den eher kleinen Klassen von 6-8 Leuten ist der ideale Rahmen geboten. Der verschulte Unterricht und der persönliche Umgang gibt Leuten Halt, die aus der normalen Auswahl fallen würden.  

Fischer betont, dass es prägend für filmZ ist, dass die Studierende informiert sind, selbstständige Unternehmer werden und dennoch in besonderem Masse ihre Spielfreude behalten.  

Die GmbH funktioniert nach wirtschaftlichen Gesichtspunkten, die filmZ legt grossen Wert auf die damit einhergehende Unabhängigkeit und ist im Regelbetrieb nicht förderfähig. Sie geht von dem Grundsatz aus, dass sie entweder wirtschaftlich förderfähig ist oder nicht, jedoch stets unabhängig von StiftungsbeiträgenDas eduqua-Zertifikat wurde vor allem erworben, damit die Studierenden von Stiftungen Fördergelder erhalten können. Damit hebt sich filmZ von den anderen privaten Schulen in der Schweiz ab. Darin enthalten sind die Gewährleistung von Datenschutz, das Ton- und Bildrecht und andere wichtige Faktoren, die man in diesem Berufsverband braucht. Fischer betont, dass es prägend für filmZ ist, dass die Studierende informiert sind, selbstständige Unternehmer werden und dennoch in besonderem Masse ihre Spielfreude behalten.  

Fischer versucht immer wieder auf die Qualität der Ausbildung zu pochen und bei Gagneverahandlungen realistische Kompromisse zu verhandeln 

Es gibt auch ein Resilienztraining und besonders bei jungen Schauspieler*innen wird gelehrt, wie man selbstbewusst und authentisch bleibt und sich in einem Konfliktfall nicht beirren lässt. Genügend früh Grenzen zu setzen, sei in diesem Berufsfeld besonders wichtig. Es gebe auch immer wieder finanzielle Ausbeutung bei den Gagen. Pro Woche erhalte Fischer um die zehn Anfragen aus der Wirtschaft für Werbesequenzen ohne oder mit sehr geringem Entgelt. Darunter befinden sich grössere Player, die ohne Probleme eine angemessene Gage bezahlen könnten, dies aber als „Chance“ für die angehenden Schauspieler*innen anpreisen. Genau in solchen Fällen, versucht Fischer Aufklärung zu leisten und dies an ihre Studierende zu vermitteln. Fischer versucht immer wieder auf die Qualität der Ausbildung zu pochen und bei Gagneverahandlungen realistische Kompromisse zu verhandeln 

Ensemble Magazin bedankt sich für das Gespräch mit Sandra Fischer und ist gespannt, wie sich die filmZ weiterentwickelt und wächst! 

Stadt Theater Bern: Probenleiter bleibt unangetastet, nicht wie seine Opfer

Medienspiegel: Die Reportage über die sexuellen Übergriffe durch einen Probenleiter im Stadttheater Bern in der Zeit Schweiz lösten ein überregionales Medien-Echo aus. Hier ein paar Stimmen.

Hast du selbst etwas erlebt? HIER kannst du dich anonym bei SzeneSchweiz melden

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Ausschnitt Interview Tagesanzeiger
«Ein geschützter Raum für Machtmissbrauch»
Es sei unhaltbar, dass der beschuldigte Probenleiter bei Bühnen Bern im Haus bleiben könne, sagt Salva Leutenegger vom Berufsverband für Darstellende Künste.

SRF-Regionaljournal
Trotz Belästigungsvorwürfen: Ballett-Probeleiter arbeitet weiter

Der Probeleiter des Ballettensembles von Bühnen Bern soll mehrere Tänzerinnen wiederholt sexuell belästigt haben. Trotzdem darf er weiterarbeiten. Wir fragen, was Bühnen Bern unternimmt, und was Fachleute von aussen zur Situation von Tanzschaffenden sagen. Hier gehts zum Beitrag.

 

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Ausschnitt aus „Der Bund“
„Die Bühnen Bern haben gehandelt – aber nicht konsequent genug“

Der Entscheid, den Probenleiter trotz klarer verbaler sexueller Belästigung wieder einzustellen, bedroht den Ruf dieser wichtigen Berner Kulturinstitution.

… hier gehts weiter auf Der Bund.

Selbstverwirklichung durch mutige Entscheidungen

Danielle Brunner ist Balletttänzerin und wurde ausgebildet an der Ballettberufsschule in Zürich und später an der Howard School in New York. Sie ist nicht nur diplomiert in Tanz , sondern auch in Eiskunstlauf, als Lehrerin und als Choreografin. Bei ihrer Berufswahl hat sie sich für Ballett, Jazz, Contemporary, Gesang und Musical entschieden. Schon immer übte die Kombination von Tanz, Gesang und Schauspiel als mehrdimensionale theatrale Realität eine ganz eigene Faszination auf Brunner aus.

Danielle Brunner war ursprünglich Tänzerin am Ballett Theater Basel unter der Leitung des renommierten Schweizer Choreographen und Produzenten Heinz Spoerli. Sie nahm an seinen regelmässig stattfindenden Auditionen in den USA teil und wurde aus 600 Kandidat*innen von ihm ausgewählt. Manuela Rigo selber hat Brunner, als sie Teil des Ensembles war zwischen 1983 und 1985 , mehrmals auf der Bühne des Theater Basels erlebt. Ein Unfall während der Proben war der Grund für ihren Abschied von der Bühne als Tänzerin. Nach diesem negativen Ereignis nahm sie eine Gesangs- und Schauspielausbildung auf, um sich kopfüber in die Welt der Musicals zu stürzen. Sie wurde in berühmten Musicals wie „Cats“, „Das Phantom der Oper“, „The Chorus Line“ und vielen anderen eingesetzt, in denen sie wichtige Rollen gespielt hat. In Wien lernte sie bei einer Musicalaufführung Nikolaus Bohlen kennen, der ihr späterer Ehemann wurde.

1995 gründete sie ihre Schule „The Moving Factory“, die bis 2017 in Locarno und derzeit in der Fabbrica in Losone ansässig ist. Eine Allround-Tanzschule, denn sie bietet ihren Schülern sehr interessante Ausbildungskurse an: klassischer Tanz, Jazztanz, zeitgenössischer Tanz, Hip Hop, Akrobatik, Gesang und Schauspiel, wesentliche Elemente für die Musical-Ausbildung. Sie bietet ihren Schülern auch die Möglichkeit, sich auf die Prüfungen für klassischen Tanz der Royal Academy of Dance of London und die Prüfungen für Musiktheater der LAMDA (The London Academy of Music & Dramatic Art) vorzubereiten, beides renommierte britische Akademien. Viele ihrer Schüler haben dann tatsächlich den Tanz und Gesang zu ihrem Beruf gemacht.

Interview von Manuela Rigo

Wie bist du als Tanzlehrerin ins Tessin gekommen und warum ins dahin, wo du bereits Karriere als Tänzerin im Ausland gemacht hast?

Vorerst wegen des warmen Klimas und der schönen Regionen im Kanton, es war ein idealer Ort für meine Familie. Meine Mutter, Beatrice Brunner, hatte bereits in den 1970er Jahren ihre Ballettschule in Locarno eröffnet. Als sie sich zur Ruhe setzte, eröffnete ich meine Schule mit weiteren Vorschlägen und entwickelte meine Vision einer Vorschulung für junge Tanzaspirant*innen.

Wie bist du bei der Einführung der RAD-Methode an den Unterricht herangegangen? (RAD: Königliche Akademie für Tanz in London)

Als ich mit meiner Tochter Kimberly schwanger wurde, ging mein Wunsch in Erfüllung, ins Tessin zu ziehen. Es war 1995, und kurz darauf beschloss ich, eine Lehrerausbildung nach der Methode der Royal Academy of Dance in London zu machen. Ich habe mich für die englische Methode entschieden, weil sie die psychophysische Entwicklung des Kindes sehr respektiert.  Darüber hinaus ist die R.A.D. Methode sehr gut strukturiert, sie identifiziert und betont das Talent jeder einzelnen Tänzerin und bringt seine schönsten persönlichen Eigenschaften zur Geltung. Ich finde diesen Aspekt sehr wichtig, gerade weil er die Möglichkeit bietet, sich der Disziplin des Tanzes auf eine freudige, ausgeglichene und kreative Weise zu nähern. Es ist hervorzuheben, dass die Methode auch eine vollständige professionelle Ausbildung für diejenigen bietet, die den beruflichen Weg für Tänzer verfolgen wollen, indem sie die „Berufsprüfungen“ bis zum Solo Seal Level ablegen.

Wie würdest du die Realität des Ballettunterrichts im Tessin definieren, wenn man bedenkt, dass nicht alle Tanzschulen in der Region über qualifizierte Lehrer verfügen?

Ich denke, man findet in der ganzen Schweiz unqualifizierte Lehrer. Meiner Meinung nach gibt es ein grundsätzliches Problem: viele Eltern wissen nicht, dass es schweizweit Danse Suisse und im Tessin die AFPDanza (Associazione Formazione Professione Danza) gibt. Beide Verbände erkennen nur qualifizierte Lehrkräfte an. Es ist die Aufgabe des Kantons, Schulen mit qualifizierten Lehrkräften anzuerkennen. Anhand dieser Information können die Eltern eine Tanzschule auf sicherere Weise auswählen.

Es macht wenig Sinn, eine Berufsschule zu gründen, wenn die Realität des Berufes nicht existiert.

Glaubst du, dass das Tessin und seine Institutionen wie das DECS bereit sind, eine Ausbildung für Tänzer anzubieten?

Es macht wenig Sinn, eine Berufsschule zu gründen, wenn die Realität des Berufes nicht existiert. Für die Zukunft eines jeden angehenden Tänzers ist es wichtig, eine professionelle Ausbildung zu absolvieren, bei der man direkt mit der Kunst in Berührung kommt. Das ist an professionellen Schulen der Fall, beispielsweise die Mailänder Scala. Studenten des letzten Jahres haben die Möglichkeit, an den Produktionen der Theaterkompanie mitzuwirken – das gleiche gilt in noch stärkerem Maße für die Produktionen der Musicals. Diese Realität gibt es im Tessin nicht, dennoch glaube ich, dass sich der Tanz im Tessin stark ausbreitet und dass es mehrere Schulen gibt, die den vorberuflichen Weg anbieten, wir bewegen uns also in die richtige Richtung. Denn die Talente, die professionell ausgebildet werden sollen, kommen alle aus den Amateurtanzschulen. Dort muss der Unterricht durch qualifizierte Lehrkräfte gewährleistet werden, nur so ist die Zukunft der Ausbildung gesichert.

Deine Schule „The Moving Factory“ bietet im Rahmen der Musical-Ausbildung einen begehrten Weg im Ballett, und ich weiß, dass mehrere deiner Schüler ins Ausland gegangen sind, um ihre Ausbildung fortzusetzen.

Ich bin glücklich, weil 25 meiner Schüler im Ausland arbeiten und sich beruflich weiterbilden. Ich denke, dieses Ergebnis bestätigt, dass wir auf dem richtigen Weg sind.

Im September 2021 hat das Ausbildungsprogramm „Musical Factory“ in Luzern begonnen. Arbeitet deine Schule mit diesem Programm zusammen?

Ich bin mir dessen bewusst, es ist eine berufliche Richtung, die ich denjenigen vorschlage, die sich nicht zu weit von zu Hause entfernen wollen. Als „Musical Factory“ stehe ich in Kontakt mit der Schule, und wenn dies als eine Form der Zusammenarbeit verstanden werden kann, dann kann ich das bejahen. Bisher haben sich meine Schüler für das Ausland entschieden, für Städte wie London, wo Tanz und Musicals die Realität sind.

Ich habe gesehen, dass deine Schule „The Moving Factory“ durch die Teilnahme einiger Schüler an Tanzwettbewerben in der Schweiz, in Deutschland und in Italien grosse künstlerische Anerkennung erhält.

Ja, wir haben uns bei mehreren Wettbewerben in der Schweiz, in Deutschland und in Italien qualifiziert und die ersten drei Plätze erreicht. Ich freue mich, dass diese Erfolge in den Bereichen Ballett, Zeitgenössischer Tanz und Hip Hop erzielt wurden.

Es ist immer die Leidenschaft der Schüler, die die Dinge am Laufen hält, auch bei den Eltern.

Du hast an deiner Schule einen speziellen Kurs für deine begabten Schüler eingerichtet. War es einfach, den Eltern diese Botschaft zu vermitteln und wie sehen sie die Zukunft ihrer Kinder in der Kunst?

Im allgemeinen beginne ich damit, zu beurteilen, wie motiviert ich die Schüler*innen sehe. Gerade weil sie mehrere Stunden pro Tag und Woche in Anspruch nimmt sind die Motivation und die Einstellung zur Disziplin Tanz sehr wichtig. Die Eltern folgen, begleiten und unterstützen ihre Kinder bei ihren Entscheidungen. Es ist immer die Leidenschaft der Schüler, die die Dinge am Laufen hält, auch bei den Eltern.

Im Tessin müssen wir auf Finanzhilfen und die Anerkennung als berufsvorbereitende Schulen bestehen und sicherstellen, dass wir Schulen unterstützen, die ihren Schülern den Zugang zu den besten Berufsschulen bescheinigen können.

Was muss deiner Meinung nach im Tessin getan werden, um die Realität des Tanzes im Allgemeinen zu verbessern?

Im Tessin müssen wir auf Finanzhilfen und die Anerkennung als berufsvorbereitende Schulen bestehen und sicherstellen, dass wir Schulen unterstützen, die ihren Schülern den Zugang zu den besten Berufsschulen bescheinigen können. Erst dann kann der Kanton entscheiden, welche Schulen er finanziell unterstützt. Eine Schule, die einen berufsvorbereitenden Bildungsgang anbietet, benötigt finanzielle Unterstützung, um ihre qualifizierten Lehrkräfte, die oft aus dem Ausland kommen, bezahlen zu können.

Ensemble bedankt sich für dieses Gespräch zwischen Manuela Rigo und Danielle Brunner.

Ein Blog zum Theaterfestival Basel

Das Kulturmagazin Frida hat sich die Mühe gemacht, parallel zum Theaterfestival Basel einen Blog zu betreiben. Darin gibts kurze Eindrücke, Atmosphäre und einige Highlights für alle, die nicht selbst ans Festival können.

Ein Auszug

„Das neue Festivalzentrum auf der Kasernenwiese gibt bei den Gästen zu reden. 200’000 Franken habe der Bau gekostet. 10’000 Franken koste der Auf- und Abbau. Der Pavillon soll in Zukunft auch von anderen Kulturinstitutionen und Festivals genutzt werden können. Das könne sich ja kaum ein anderer Veranstalter leisten, wird moniert … “
Weiterlesen? Hier gehts zum Frida Magazin und zum Blog

Figura Theaterfestival 2022: Vielseitiges Programm und inklusives Festival

Das Programm der fünfzehnten Ausgabe des Figura Theaterfestivals ist komplett! Vom Dienstag, 21. bis Sonntag, 26. Juni 2022 werden 30 Produktionen aus 14 Ländern gezeigt.

Nach zwei Jahren Pandemie ist es wieder möglich, eine reguläre Durchführung des Festivals anpeilen zu können. Trotzdem heisst das nicht, dass die Leitung des Festivals einfach so zur «Normalität» zurückkehren kann, wie Irène Howald und Eveline Gfeller betonen:

«Viel ist passiert seit unserem letzten realen Treffen im echten Figurentheater. Und jetzt ist Krieg in Europa. Gerade jetzt wollen wir festhalten an unserem Vertrauen in die Wirksamkeit dieses einzigartigen gemeinsamen Moments im Theater. Und gerade jetzt freuen wir uns noch inniger auf das Treffen mit Künstlerinnen und Künstlern aus Europa, Kanada und Australien, auf die Begegnung mit unserem Publikum, auf diese grosse verbindende Energie, die die Vorbereitung und Durchführung von FIGURA in unserem Team verbreitet.»

Für die grosse Masse und für ganz wenig Publikum Nicht zuletzt wegen der speziellen Umstände durch die Pandemie sind in den letzten zwei Jahren viele Produktionen für wenig Publikum entstanden. Deshalb stehen dieses Jahr viele Stücke auf dem Programm, die im kleinsten Rahmen stattfinden: «ReFlex» und «The Kiss» schaffen sehr intime Theater-Erlebnisse für jeweils nur 1 Person.

Nebst dem eingangs erwähnten «Human Body Parts» gibt es zwei weitere Produktionen im Öffentlichen Raum und für eine (nahezu) unbeschränkte Publikumszahl: die poetischen Roboter in der Installation «Animaltroniek: Air» (Mi 22. & Do 23. Juni) sowie die actionreiche Achterbahn «PolderCoaster» (Fr 24. & Sa 25. Juni), beide zu erleben auf dem Unteren Bahnhofplatz.

Ebenfalls viel Publikum erwarten wir bei unserem in jeder Hinsicht gewaltigen Eröffnungsstück «Moby Dick», in dem nicht weniger als 50 Puppen, 7 Spieler:innen und 3 Livemusiker:innen die berühmte Abenteuergeschichte von der Jagd auf einen weissen Walfisch erzählen. Regisseurin Yngvild Aspeli war 2012 für den Grünschnabel nominiert, 10 Jahre später ist sie nun mit der gefeierten Grossproduktion «Moby Dick» auf internationaler Tournee und macht auf dem Rückweg von Charleston (USA) über Oslo (NOR) nach Frankreich in Baden Halt.

Sieben Literaturklassiker

Nebst «Moby Dick» gibt es dieses Jahr noch weitere Literaturklassiker auf der Bühne. «Macbeth muet» und «Theatrum Mundi» beschäftigen sich auf ganz unterschiedliche Weise mit Stoffen von Shakespeare – die einen ohne Worte dafür in rasendem Tempo, die anderen enthüllen, inspiriert von Jacques’ Monolog in «Wie es euch gefällt», im Bauch einer Schwangeren einen barocken Mikrokosmos. Zudem warten das Festival mit einer Miniatur-Version von Mary Shelleys «Frankenstein» auf, die dazu einlädt, sich über die menschlichen Grenzen Gedanken zu machen. Für eine jüngeres Publikum eignen sich die Umsetzungen des berühmten tschechischen Märchens «O jako Otesánek – O wie kleiner Otik» (ab 8 Jahren), des preisgekrönten Comics «Un océan d’amour» (ab 7 Jahren) und – natürlich! – von «Pinocchio» (ab 6 Jahren).

Faszination für jedes Alter

Alle 30 Produktionen im FIGURA-Programm richten sich an ein erwachsenes Publikum, auch wenn rund die Hälfte davon unter dem Label «Figura Famiglia» laufen und somit für Kinder unterschiedlicher Altersgruppen geeignet sind. Eines dieser Stücke ist «Rue d’Orchampt», das an drei Tagen im Bauernhaus Turgi alle ab 6 Jahren verzaubern wird. Das Publikum kann sich frei bewegen und entdeckt dabei eine magische Welt vor und hinter den Kulissen. Ein einmaliges Erlebnis für Gross und Klein! Und in «Chüssi» (ab 2 Jahren) nehmen eine Tänzerin und ein Musiker ohne Worte die Allerkleinsten und alle anderen mit auf eine Entdeckungstour.

Inklusion

FIGURA bemüht sich um ein möglichst breites Angebot für ein vielfältiges Publikum. Menschen mit unterschiedlichen körperlichen Beeinträchtigungen soll der Zugang zum Programm ermöglicht oder erleichtert werden. Mit dem Release einer neuen, barrierefreien Website, haben wir dieses Jahr einen weiteren Schritt hin zu mehr Inklusion gemacht.

Manche Stücke werden übertitelt, viele sind ohne Sprache und deshalb auch ohne akustische Signale verständlich. Explizit in Gebärdensprache übersetzt werden die drei Produktionen «Goodbye Herr Muffin», «Kaffee mit Zucker» und «Körperwissen» sowie die Festivaleröffnung und die Grünschnabel-Verleihung. Bei «Moby Dick» wird eine Audiodeskription angeboten. Die meisten Spielstätten in Baden sowie das Bauernhaus Turgi sind ganz oder teilweise rollstuhlgängig.

Geschichten von kleinen Helden – Erzähltheater für Kinder aus dem Tessin

Mitglieder der Szene Schweiz aus dem Tessin haben die Theateraufführung „WER WEISS WO“ der Theatergruppe „Storie di Scintille“ für Kinder ab 4 Jahren besucht und berichten darüber.

Die Aufführung wurde frei nach der Kurzgeschichte von C. Valentini und P. Giordano interpretiert, mit Live-Musik

„An einem Frühlingstag sind alle kleinen Samen des großen Baumes bereit zu gehen… alle bis auf einen, der einfach nicht erwachsen werden will…“

Dramaturgie und Regie: Katya Troise 

Thema

„Diese Geschichte erzählt von einem kleinen Samen, der seinen Baum nicht verlassen will. Die Erzählung berührt spielerisch und feinfühlig das Thema des Wachstums mit all seinen Erwartungen und Ängsten im Zusammenhang mit dem „Erwachsenwerden“. Sie erzählt uns etwas über den Mut, sich auf Neues einzulassen und sich von Bekanntem zu lösen, um neue Erfahrungen zu machen, die anfangs ein wenig beängstigend sein können. Auf einer tieferen Ebene erinnern uns der Baum und das kleine Samenkorn an die starke Bindung zwischen Eltern und Kind, die im Laufe des Aufwachsens gemeinsam Wege finden müssen, um miteinander in Verbindung zu bleiben, und sich auf neue Art und Weise und in neuen Entfernungen zu lieben.“

„…, dass das Theater ein kulturelles Instrument ist, das für eine tiefgreifende existenzielle Bereicherung verbreitet werden soll.“

Katya Troise, Regisseurin, Schauspielerin und Theaterpädagogin

Die Theatergruppe

Die Theatergruppe „Storie di Scintille“ bietet Theateraufführungen und Erzählungen für Kinder und Jugendliche an und ist Teil des Vereins „Scintille: Theater und kreativer Raum“, dessen Hauptzweck die Förderung und Unterstützung der Theatertätigkeit in all ihren Ausdrucksformen ist. Seit 1995 bietet der Verein Theaterkurse für alle Altersgruppen an: Kinder, Jugendliche und Erwachsene; gemeint ist das Theater als Freizeit- und Bildungsaktivität zur Förderung des Wachstums. Der Verein wird von Katya Troise (Regisseurin, Schauspielerin und Theaterpädagogin) geleitet, und hat seine Wurzeln in der Überzeugung, dass das Theater ein kulturelles Instrument ist, das für eine tiefgreifende existenzielle Bereicherung verbreitet werden soll.

 

 

 

 

 

 

Ein kleiner Ort weltweit bekannt – Accademia Teatro Dimitri

Mit der Fusion von SBKV und TASI rücken Norden und Süden der Schweizer Bühnenkünste ein bisschen näher zusammen. Höchste Zeit, eine der wichtigsten Ausbildungsstätten unserer neuen Scena Svizzera zu besuchen.