Summer Edition: Und Bitte! – Couch und Kaffee. Schauspielpodcast.

Das Schauspieldoppelpack Tina Kümpel & Christian Jankovski Christian war auch im Sommer fleissig im Gespräch über unterschiedliche Themen rund um den Schauspieler*innen-Alltag mit Blick in die Zukunft!

Schweizer Grand Prix Darstellende Künste

Die Choreographin Cindy van Acker aus Genf erhält den Schweizer Grand Prix Darstellende Künste / Hans-Reinhart-Ring 2023. Sie ist sowohl in der etablierten Theaterszene als auch mit ihrer Cie Greffe in der freien Tanzszene international erfolgreich.

Cindy Van Acker, 1971 in Belgien geboren, ist seit vielen Jahren eine der herausragendsten Choreografinnen der Schweiz. 1991 kam sie als Tänzerin zum Ballet du Grand Théâtre in Genf. Von Romeo Castellucci eingeladen, präsentierte sie 2005 an der Biennale in Venedig ihr Solo «Corps 00:00». Dieser Auftritt begründete ihren internationalen Erfolg und eine bis heute andauernde Zusammenarbeit mit Castellucci, vor allem in verschiedenen Operninszenierungen wie zum Beispiel «Don Giovanni» bei den Salzburger Festspielen 2021.

Die Handschrift der feinsinnigen und widerständigen Choreografin zeigt sich in der minutiösen, fast wissenschaftlichen Ausarbeitung ihrer Kreationen, in denen Körper, Musik und Raum zusammenwirken.

Ende Oktober hat ihre neuste Zusammenarbeit an der Oper La Monnaie/De Munt in Brüssel Premiere: «Das Rheingold» von Richard Wagner. Die Handschrift der feinsinnigen und widerständigen Choreografin zeigt sich in der minutiösen, fast wissenschaftlichen Ausarbeitung ihrer Kreationen, in denen Körper, Musik und Raum zusammenwirken.

Choreographin Cindy van Acker

Neun weitere Schweizer Preise Darstellende Künste 2023

Weitere Schweizer Preise Darstellende Künste 2023 gehen an Rébecca Balestra, Bruno Cathomas, Ntando Cele, Tiziana Conte, Barbara Giongo & Nataly Sugnaux Hernandez, Sandro Lunin, den Circus Monti, Jeremy Nedd und die Tellspiele Altdorf.

Neun Schweizer Preise Darstellende Künste gehen an Personen oder Institutionen, die sich in einem Bereich des vielfältigen Schaffens der Darstellenden Künste in der Schweiz verdient gemacht haben: Die «aufstrebende Komödiantin» Rébecca Balestra (*1988) arbeitet als Schauspielerin, Autorin und Regisseurin. Der «grossartige (Volks-)Schauspieler» Bruno Cathomas (*1965) wirkt seit 1992 an vielen renommierten deutschsprachigen Bühnen. Die in Durban geborene, heute in Bern lebende «unbequeme und humorvolle Performerin» Ntando Cele (*1980) thematisiert alltäglichen, versteckten Rassismus. Die «unermüdliche Tanzpromotorin» Tiziana Conte (*1966) setzt sich seit vielen Jahren für die Entwicklung des zeitgenössischen Tanzes im Kanton Tessin ein.

Barbara Giongo & Nataly Sugnaux Hernandez (*1966/*1973) sind «wertvolle Theaterleiterinnen» am Le Grütli in Genf, das als Produktionszentrum einen exzellenten Ruf hat. Der «weltenverbindende Programmmacher» Sandro Lunin (*1958) engagiert sich seit 40 Jahren für die freie Tanz- und Theaterszene und den Austausch mit dem globalen Süden. Das Familienunternehmen Circus Monti (gegr. 1985) ist bekannt für seine «innovative(n) Zirkusgeschichte(n)».

Der aus New York stammende Performer und Choreograf Jeremy Nedd (*1985) lebt in Basel und ist als «global aktiver Tanz-Shootingstar» wegweisend für eine von Diversität geprägte Zusammenarbeit. Die Tellspiele Altdorf (gegr. 1899) sind ein «hochprofessionelles Laientheater», das zu den ältesten und vorbildlichsten Laientheatern der Schweiz zählt.

Zürichs 5. Jahreszeit: Theater Spektakel 2023

Das Zürcher Theater Spektakel wurde 1980 als internationales Treffen freier Theater gegründet. Rasch hat es sich zu einem kulturellen Anlass mit internationaler Anziehungskraft entwickelt. Heute ist es eines der wichtigsten europäischen Festivals für zeitgenössische Formen der darstellenden Künste.

Eine konsequente, künstlerisch hoch stehende Programmation, die einzigartige Atmosphäre und ein aufgeschlossenes, interessiertes Publikum in grosser Zahl sind die Basis der Erfolgsgeschich­te und machen das Theater Spektakel zu einem gefragten Auftrittsort von Künstlerinnen und Künstlern aus der ganzen Welt. Das Festival dauert 18 Tage und findet vom 17.08. bis 03.09.23 auf der Landiwiese statt. Das parkartige Gelände direkt am Zürichsee umfasst bis zu acht eigens errichtete Spielstätten unterschiedlicher Grösse. Darüber hinaus werden die Werfthalle sowie die Bühnen des Kulturzentrums Rote Fabrik bespielt. Aufführungen unter freiem Himmel, frei zugängliche Installationen und künstlerische Interventionen auf dem Gelände sowie die festivaleigenen Restaurants und Bars lassen die Landiwiese während des Festivals zu einem weit über Zürich hinaus reichenden Anziehungspunkt für Kulturinteressierte und Nachtschwärmer werden. Im Zusammenspiel mit dem Programmangebot machen sie das Zürcher Theater Spektakel zu einem lebendigen attraktiven Kulturfest, an dem sich die Open-Air-Saison noch einmal von ihrer schönsten Seite zeigt.

Die Programmleitung des Festivals lädt jährlich rund 40 Gruppen oder Einzelkünstlerinnen und -künstler aus der ganzen Welt ein, deren Arbeiten durch inhaltliche Relevanz, formale Eigenständigkeit, innovativen Charakter und künstlerische Ambition überzeugen. Ein Teil des Budgets steht für festivaleigene Produktionen oder Koproduktionen zur Verfügung. Dabei werden Projekte bevorzugt, die in einem engeren Zusammenhang mit dem Festival stehen.

Hier gehts zum Programm!

I | D Malcantone in Ticino: Teatro Lo Sgambetto

Perle d’arte performativa in Ticino: Teatro Lo Sgambetto, Croglio TI

Intervista a Melanie Häner, presidente e direttrice artistica

Blue Sky ha incontrato, per Ensemble, gli artisti del Malcantone associati a Scena Svizzera: Opera retablO di Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande di Sandro Shneebeli, Teatro Agorà di Marzio Paioni e Olimpia De Girolamo, Teatro Lo Sgambetto per la direzione di Melanie Häner.

Lo Sgambetto, nasce il 5 ottobre 2013 e vuole essere un vero e proprio ponte che connette attraverso incontri, sperimentazioni, creazioni e scambio di pratiche performative e pedagogiche.

Immagini di Roger Salem

Blue Sky: Cosa significa avere uno spazio artistico oggi, nutrirlo e farlo vivere?

Melanie Häner: Tutto è cominciato dall’esigenza personale di avere un luogo dove sentirmi libera ed esprimermi senza interferenze. Una volta trovato, ne ho parlato con Ruben Moroni, caro amico, attore, regista e scrittore teatrale che subito si è innamorato dello spazio, così come mia madre anche lei artista, pittrice e attrice. All’inizio lo usavamo per fare le prove ed era talmente bello e con un’energia così forte che il desiderio di condividerlo con altri è nato spontaneo: è iniziato quasi per caso e ci ha coinvolti tutti. Abbiamo iniziato a creare delle rassegne in cui presentare le nostre creazioni e dei lavori artistici che necessitavano di un ambiente piccolo e avvolgente. Avere questo spazio oggi, dopo nove anni e la pandemia, ha un significato molto importante perché sento che l’espressività umana è schiacciata dal sistema. E’ sempre difficile trovare un luogo dove sentirsi davvero liberi e per questo  continuo ad aver bisogno di un luogo in cui continuare a creare in libertà: Lo Sgambetto è questo. E’ stato un luogo in cui ho sperimentato il coraggio dei primi passi e così, come me, anche gli altri membri dello staff e altri artisti. E’ un luogo dove sperimentare una vita diversa.

Avere questo spazio oggi, dopo nove anni e la pandemia, ha un significato molto importante perché sento che l’espressività umana è schiacciata dal sistema.

Melanie Häner, direttrice artistica di Teatro Lo Sgambetto

In tutti questi anni siamo sempre andati avanti senza il sostegno del Cantone, pur dimostrando di aver fatto già fatto programmazioni di qualità. Spesso siamo rimasti delusi dalle risposte negative e,  anche se dovrebbe essere l’Istituzione a riconoscerne il valore e sostenere chi fa cultura, abbiamo deciso di continuare a lavorare come indipendenti e di tasca nostra. Più volte nella nostra storia abbiamo rischiato di chiudere e, dei privati, per puro amore dell’arte ci hanno salvato: senza di loro, Lo Sgambetto, non esisterebbe più.

Quale è il fulcro a cui tutto ruota intorno del vostro fare cultura?

Credo molto nell’arte vissuta e offerta in un certo modo, è fondamentale nel mondo di ora in cui l’individualismo cresce a dismisura: Lo Sgambetto è un luogo di connessione e d’incontro. Entrare a Lo Sgambetto è come entrare in famiglia. Dentro alle nostre possibilità abbiamo curato meticolosamente l’accoglienza tanto del pubblico quanto dell’artista che, quando arriva da noi, è un Re. Siamo sempre stati molto accorti in questo: per noi significa portare un grande rispetto e riconoscimento del lavoro artistico altrui. E questo si è sempre riflesso sul pubblico. L’arte è curativa, è un balsamo per l’anima e non ci sono tanti luoghi in cui puoi venire accolto nel modo in cui accogliamo i nostri spettatori. E’ proprio un salotto di famiglia e usufruisci dell’arte a un metro di distanza. Puoi interagire con l’artista un minuto dopo finito lo spettacolo, resti con lui, rimani.

Credo molto nell’arte vissuta e offerta in un certo modo, è fondamentale nel mondo di ora in cui l’individualismo cresce a dismisura: Lo Sgambetto è un luogo di connessione e d’incontro.

Non c’è il distanziamento spettacolo-pubblico. E’ un tutt’uno. Infatti è sempre stato un luogo sorprendente da questo punto di vista, con incontri casuali e fantastici. I veri punti di ritrovo sono dopo gli eventi: rimangono quelle persone che hanno voglia di un’energia diversa e… succedono altri spettacoli. Altri artisti si mettono in gioco cantano, suonano, accadono cose… come una porta segreta che apri e non sai cosa ti capiterà. È sempre stato fondamentale creare un ambiente in cui gli artisti non si sentissero in competizione ma, all’opposto, in connessione. La competizione non è fruttuosa né per l’arte né per il mondo in generale.

È sempre stato fondamentale creare un ambiente in cui gli artisti non si sentissero in competizione ma, all’opposto, in connessione. La competizione non è fruttuosa né per l’arte né per il mondo in generale.

Quali sono le attività pedagogiche all’interno de Lo Sgambetto?

Negli anni ci sono stati corsi e laboratori di vario tipo: danza contemporanea, improvvisazione musicale, teatro, canto, yoga, pratiche di ricerca performativa. Con la pandemia c’è stato un arresto delle attività e ad oggi, in vista anche del trasloco che faremo a breve, dovremo rimodulare l’offerta.

La cultura è prioritaria per le persone, per il proprio stato di salute, per stare bene. Lo Sgambetto è un miracolo, un’utopia, una mosca bianca, un fiore nel deserto. E’ una realtà preziosa che non trova nella società di oggi la giusta protezione.

Cosa vedi nel futuro?

Lo Sgambetto si sposterà perché lo stabile in cui si trova è stato venduto e siamo alla ricerca di un altro spazio. Ci saranno sempre Laboratori e Workshop, ma adesso abbiamo l’esigenza di utilizzare la nuova sede come luogo creativo. E’ il momento di costruire e utilizzare Lo Sgambetto per presentare i nostri lavori e aprirci ogni tanto al pubblico, anche per ospitalità altre. Per le rassegne, invece, dovremo valutare le nuove condizioni di lavoro e dello spazio. La cultura è prioritaria per le persone, per il proprio stato di salute, per stare bene. Lo Sgambetto è un miracolo, un’utopia, una mosca bianca, un fiore nel deserto. E’ una realtà preziosa che non trova nella società di oggi la giusta protezione. Noi siamo volontari e artisti e Lo Sgambetto è un’oasi in cui puoi essere pienamente te stesso: vogliamo continuare a nutrire questo spazio di libertà nel dialogo, nell’accettazione, nella curiosità e nell’incontro. Apri la porta: il mondo dell’invisibile ti aspetta a Lo Sgambetto.

NEWS 2023

L’associazione Lo Sgambetto produce il musical Acqua sul tema dell’immigrazione, che debutterà al Teatro Dimitri di Verscio il 30 settembre 2023! Il trailer è visibile qui, mentre il progetto è presente anche su Instagram e Facebook.

Biografia

Melanie Häner è presidente, direttore artistico, fondatrice dell’associazione e principale finanziatrice fin dall’inizio. Cantante, autrice di canzoni, attrice e ballerina, diplomata in storia e critica del teatro, arteterapeuta di formazione. Ha lavorato per diversi anni in Germania nel mondo del musical prima di tornare in Ticino, dove è nata e cresciuta, per insegnare e avviare un proprio teatro. Negli ultimi anni ha collaborato anche con la compagnia Finzi Pasca.

Gli altri membri dello staff sono: Ruben Moroni, Antonella Gabrielli, Giordano Marcionetti, Max Pizio, Michele Ferrari,  Michela Zanetti, Giovanni Panzera, Elena Masera.

E-mail:

haener.melanie@gmail.com

losgambetto@gmail.com


Perlen der Performancekunst im Tessin: Das Theater Lo Sgambetto, Croglio TI

Interview mit Melanie Häner, Präsidentin und künstlerische Leiterin

Blue Sky traf für das Ensemble Magazin die Künstler des Malcantone, die Mitglieder von ScenaSvizzera  sind: Opera retablO von Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande von Sandro Schneebeli, Teatro Agorà von Marzio Paioni und Olimpia De Girolamo und Teatro Lo Sgambetto unter der Leitung von Melanie Häner.

Lo Sgambetto wurde am 5. Oktober 2013 gegründet und will eine echte Brücke sein, die verbindet  durch Begegnungen, Experimentieren, Kreieren und durch den Austausch von performativen und pädagogischen Praktiken.

Bilder von Roger Salem

Bluew Sky: Was bedeutet es heute, einen Raum für Kunst zu haben, ihn zu pflegen und mit Leben zu füllen?

Melanie Häner: Am Anfang stand das persönliche Bedürfnis, einen Ort zu haben, an dem ich mich frei fühlen und mich ungestört ausdrücken kann. Als ich ihn gefunden hatte, sprach ich mit Ruben Moroni darüber, einem guten Freund, Schauspieler, Regisseur und Theaterautor, der sich sofort in den Raum verliebte, ebenso wie meine Mutter, die ebenfalls Künstlerin, Malerin und Schauspielerin ist. Am Anfang nutzten wir ihn für Proben, und er war so schön und hatte eine so starke Energie, dass der Wunsch, ihn mit anderen zu teilen, spontan entstand: Es begann fast zufällig und brachte uns alle ins Spiel. Wir begannen, Festivals zu veranstalten, auf denen wir unsere Kreationen und künstlerischen Arbeiten präsentieren konnten, die einen kleinen und gemütlichen Rahmen brauchten. Nach neun Jahren und nach der Pandemie heute diesen Raum  zu haben, hat eine sehr wichtige Bedeutung, weil ich das Gefühl habe, dass die menschliche Ausdruckskraft durch das System unterdrückt wird. Es ist immer schwierig, einen Ort zu finden, an dem man sich wirklich frei fühlen kann, und deshalb brauche ich nach wie vor einen Ort, an dem ich weiterhin in Freiheit schaffen kann: Lo Sgambetto war ein Ort, an dem ich die ersten mutigen Schritte erfahren habe, ebenso wie die anderen Mitarbeiter und Künstler*innen. Es ist ein Ort, an dem man ein anderes Leben erfahren kann.

Nach neun Jahren und nach der Pandemie heute diesen Raum  zu haben, hat eine sehr wichtige Bedeutung, weil ich das Gefühl habe, dass die menschliche Ausdruckskraft durch das System unterdrückt wird.

Melanie Häner, Leiterin Teatro Lo Sgambetto

In all diesen Jahren haben wir immer ohne Unterstützung des Kantons weitergemacht, obwohl wir gezeigt haben, dass wir ein qualitativ hochwertiges Programm gemacht haben. Die negativen Reaktionen haben uns oft enttäuscht, und obwohl es die Institutionen sein sollten, die den Wert der Kultur anerkennen und die Kulturschaffenden unterstützen, haben wir beschlossen, als Unabhängige und aus eigener Tasche weiterzuarbeiten. Mehrmals in unserer Geschichte haben wir die Schließung riskiert, und aus reiner Liebe zur Kunst haben uns Privatpersonen gerettet: ohne sie gäbe es Lo Sgambetto nicht mehr.

Was ist der Schwerpunkt, um den sich bei eurem Kulturschaffen alles dreht?

Ich bin ein großer Anhänger von Kunst, die auf eine bestimmte Art und Weise gelebt und angeboten wird, sie ist grundlegend in der heutigen Welt, in der der Individualismus überhand nimmt: Lo Sgambetto ist ein Ort der Verbindung und der Begegnung. Wenn man Lo Sgambetto betritt, ist es wie das Eintreten in eine Familie. Wir haben sorgfältig darauf geachtet, sowohl das Publikum als auch den Künstler wie einen König zu empfangen wenn sie zu uns kommen. Wir waren dabei immer sehr vorsichtig: für uns bedeutet es großen Respekt und Anerkennung für die künstlerische Arbeit anderer. Und das hat sich auch immer im Publikum widerspiegelt. Kunst ist heilsam, sie ist Balsam für die Seele, und es gibt nicht viele Orte, an denen man so willkommen geheißen wird, wie wir unser Publikum willkommen heißen. Es ist wirklich ein Familienwohnzimmer, und man genießt die Kunst von sehr nahe. Man kann noch eine Minute nach Ende der Vorstellung mit den Künstler*innen interagieren, man ist bei ihnen, man bleibt. Es gibt keine Distanz zwischen Vorstellung und Publikum. Es ist alles eins.

Ich bin ein großer Anhänger von Kunst, die auf eine bestimmte Art und Weise gelebt und angeboten wird, sie ist grundlegend in der heutigen Welt, in der der Individualismus überhand nimmt: Lo Sgambetto ist ein Ort der Verbindung und der Begegnung.

In der Tat, war es in dieser Hinsicht immer ein erstaunlicher Ort, mit zwanglosen und fantastischen Begegnungen. Die wirklichen Treffpunkte finden nach den Veranstaltungen statt: es bleiben die Leute, die Lust haben,  eine andere Energie zu spüren und… weitere Vorstellungen finden statt. Andere Künstler*innen treten auf, singen, spielen, Dinge passieren… es ist wie eine geheime Tür, die man öffnet und man nicht weiß, was mit einem passiert. Es war schon immer wichtig, ein Umfeld zu schaffen, in dem sich Künstler*innen nicht als Konkurrenten, sondern im Gegenteil als Verbündete fühlen. Wettbewerb ist weder für die Kunst noch für die Welt im Allgemeinen fruchtbar.

Es war schon immer wichtig, ein Umfeld zu schaffen, in dem sich Künstler*innen nicht als Konkurrenten, sondern im Gegenteil als Verbündete fühlen. Wettbewerb ist weder für die Kunst noch für die Welt im Allgemeinen fruchtbar.

Was sind die pädagogischen Aktivitäten im Lo Sgambetto?

Im Laufe der Jahre gab es Kurse und Workshops verschiedener Art: Zeitgenössischer Tanz, musikalische Improvisation, Theater, Gesang, Yoga, Praktiken der Recherche in Performance. Mit der Pandemie kamen die Aktivitäten zum Erliegen, und heute müssen wir, auch angesichts des bevorstehenden Umzugs, das Angebot neu gestalten.

Kultur ist eine Priorität für die Menschen, für ihre Gesundheit, für ihr Wohlbefinden. Sgambetto ist ein Wunder, eine Utopie, eine weiße Fliege, eine Blume in der Wüste. Es ist eine wertvolle Realität, die in der heutigen Gesellschaft nicht den richtigen Schutz findet.

Was siehst  du für die Zukunft?

Lo Sgambetto wird umziehen, das Gebäude, in dem es sich befindet, wird verkauft wurde und wir suchen nach einem anderen Raum. Es wird immer Kurse und Workshops geben, aber jetzt müssen wir den neuen Standort als kreativen Ort nutzen. Es ist an der Zeit, Lo Sgambetto aufzubauen und zu nutzen, um unsere Arbeit zu präsentieren und uns von Zeit zu Zeit für die Öffentlichkeit zu öffnen und auch für die Aufnahme anderer. Für die Vorstellungen hingegen werden wir die neuen Arbeits- und Raumbedingungen evaluieren müssen. Kultur ist eine Priorität für die Menschen, für ihre Gesundheit, für ihr Wohlbefinden. Sgambetto ist ein Wunder, eine Utopie, eine weiße Fliege, eine Blume in der Wüste. Es ist eine wertvolle Realität, die in der heutigen Gesellschaft nicht den richtigen Schutz findet. Wir sind Freiwillige und Künstler und Lo Sgambetto ist eine Oase, in der man ganz sich selbst sein kann: wir wollen diesen Raum der Freiheit im Dialog, der Akzeptanz, der Neugier und der Begegnung weiter pflegen. Öffne die Tür: die Welt des Unsichtbaren erwartet dich im Lo Sgambetto.

NEWS 2023!

Der Verein Lo Sgambetto produziert das Musical Acqua zum Thema Einwanderung, das am 30. September 2023 im Theater Dimitri in Verscio uraufgeführt wird! Den Trailer gibt es hier zu sehen, das Projekt ist auch auf Instagram und Facebook zu finden.

Biografie von Melanie Häner:

Melanie Häner ist Präsidentin, künstlerische Leiterin, Gründerin des Vereins und Hauptfinanzierin der ersten Stunde. Sängerin, Songwriterin, Schauspielerin und Tänzerin, Besitzerin eines Diploms in Theatergeschichte und -kritik, ausgebildete Kunst- und Musiktherapeutin. Sie hat mehrere Jahre in Deutschland in der Welt des Musicals gearbeitet, bevor sie ins Tessin, wo sie geboren und aufgewachsen ist, zurückkehrte, um zu unterrichten und ihr eigenes Theater zu gründen. In den vergangenen Jahren hat sie auch mit der Compagnie Finzi Pasca zusammengearbeitet.

Weitere Mitarbeitende sind: Ruben Moroni, Antonella Gabrielli, Giordano Marcionetti, Max Pizio, Michele Ferrari, Michela Zanetti, Giovanni Panzera, Elena Masera.

E-Mail:

haener.melanie@gmail.com

losgambetto@gmail.com

Neues im Juli: Über 6000 Unterschriften übergeben!

SzeneSchweiz Berufsverband Darstellende Künste hat die Petition „Rettet STOK & KELLER62“ auf ACT, der Petitionsplattform von Campax, gestartet. Campax ist eine Bewegung, bei der sich über 250’000 Engagierte für soziale, wirtschaftliche & ökologische Fairness einsetzen.

Wenn Du ein Anliegen hast, das Dir viel bedeutet und das Du voran bringen möchtest, dann kannst Du deine eigene Kampagne hier starten und für den Newsletter anmelden.

Folgendes Communiqueé wurde den Unterzeichnenden am 3. Juli geschickt:

Liebe Unterstützer*innen!

Euer Einsatz für den Erhalt der beiden Zürcher Kleintheater ist auch heute überwältigend und einmalig. Danke.

Am vergangenen Mittwoch war es so weit und wir haben uns vor dem Rathaus Hard getroffen, um in Anwesenheit der Medien unsere Petition an die Stadtpräsidentin zu übergeben. Frau Mauch ist nun um 6247 Unterschriften reicher. Und wir geben alles, damit sie damit auch das Richtige anstellt. Sie ist per Gesetz verpflichtet, auf die Petition innerhalb von 6 Monaten zu antworten. Warten wir ab.

Ein weiterer Schritt auf dem noch langen Weg zur Rettung von Theater STOK und Keller62 ist getan. Grosser Dank geht an alle, die helfen, an alle, die vor dem Rathaus dabei waren und mitgeholfen haben und an alle, die unterschrieben haben! Ein grosser Dank geht auch an die Medien, die unsere Sache von Anfang an für wichtig halten und sie ausdauernd und sehr gut begleiten.

Die nächsten Schritte sehen wie folgt aus. Der Rekurs-Prozess ist im vollen Gange. Am Ende entscheidet der Bezirksrat und gibt den beiden Rekursen statt oder weist sie ab. Im Falle einer Abweisung steht uns der weitere Rechtsweg offen.

Den politischen Weg gehen wir schon länger und er ist vielversprechend, wenn auch da keine Sicherheit herrscht. Am 12. Juli soll der Gemeinderat über das Geschäft „Tanz und Theater-Konzeptförderung“ beraten und entscheiden.

Ja, und wenn alle Stricke reissen, haben wir noch die Initiative als politisches Instrument, das wir einsetzen können.

Wie es alles kommt, wissen wir nicht. Was wir wollen, wissen umso klarer. Und eine Fortsetzung folgt bestimmt. Wir bleiben dran. Das können wir versprechen. Und wir berichten euch wieder.

Bitte bleibt ihr auch dran, helft mit, das Thema „Rettung STOK und Keller62“ nicht untergehen zu lassen.

Erst die Kleinen machen Zürich gross.

Und stellt euch vor, wir schaffen es – was gibt das für ein Fest!!

Möchtet ihr etwas wissen oder fragen, schreibt uns bitte jederzeit, am besten über die jeweiligen Mailadressen der zwei Theater.

Ganz liebe Grüsse und bis bald!

Lubosch Held, Verein Keller62, künstlerischer Leiter Keller62 

Peter Doppelfeld, Verein Theater STOK; Leiter Theater STOK 


Neuer Podcast «Kunstlicht»

Aktuelle Diskussionen um die Künste und ihren Impact auf gesellschaftliche Themen

Die Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK) lanciert einen neuen Podcast: In «Kunstlicht» diskutieren Eva Pauline Bossow und Jörg Scheller gesellschaftsrelevante Themen aus Sicht der Kunstwelt.

Der neue Podcast «Kunstlicht» ist nah dran an aktuell diskutierten Themen: Es geht um  Triggerwarnungen, Debattenkultur oder was genau eigentlich Innovation bedeutet. Aus Perspektive der Kunstwelt werden gesellschaftliche Fragen verhandelt, immer unter der Prämisse, dass Kunst «Zugänge zur Welt vermittelt, die nicht so ohne weiteres formalisierbar, planbar, standardisierbar, domestizierbar sind. Deshalb bildet Kunst ein Risiko.»

Diesem Risiko stellen sich die Hosts des Podcasts mit Eloquenz und Lust an der Debatte. Das Gespann hat einen vielfältigen Hintergrund: Eva Pauline Bossow kennt das Dreieck Kreativwirtschaft, öffentliche Kulturinstitutionen und Privatwirtschaft aus unterschiedlichen Positionen und ist heute als Beirätin und Beraterin aktiv. An der ZHdK war sie im Zurich Centre for Creative Economies (ZCCE) sowie im Digitalrat tätig. Jörg Scheller ist Professor im Departement Fine Arts, unterrichtet Kunstgeschichte und ist leidenschaftlicher Bodybuilder und Heavy-Metal Musiker.

Ergänzt werden ihre Positionen durch spannende Gäste. In der Rubrik «Fernlicht» kommen unter anderem ZHdK-Alumni zu Wort, die nicht in klassischen Kunstberufen tätig sind. Zum Beispiel erzählt Fine-Arts-Alumna Lauren Wildbolz, wie sie das erste vegane Restaurant der Schweiz eröffnet hat.

Jetzt reinhören auf Spotify oder ITunes.

Journées du Théâtre Suisse aux ambitions „transcantonales“

Du mercredi 31 mai au dimanche 4 juin ont eu lieu les Journées du Théâtre Suisse à Fribourg. Ensemble a pu rencontrer Julie Paucker. Engagée en tant que directrice artistique depuis 2022, elle a contribué, avec la direction de l’époque, à améliorer la conception de l’événement. Un entretien sur le rôle urgent du multilinguisme au théâtre et les collaborations au-delà des frontières cantonales.

Julie Paucker est dramaturge de formation, elle a travaillé en Suisse et en Allemagne, au Theater Basel, au Deutsches Nationaltheater Weimar et plusieurs autres. Avec sa compagnie transnationale Kula, elle produit des pièces multilingues, un domaine auquel elle se consacre désormais aussi en Suisse. Selon elle, „tant l’esthétique que les opérations, les déroulements et les processus théâtraux sont désormais pensés différemment au niveau international et comportent des défis spécifiques“. La femme de théâtre de 47 ans y était parfaitement préparée, elle considère la différence entre les cantons comme une chance d’apprendre les uns des autres.

„Tant l’esthétique que les opérations, les déroulements et les processus théâtraux sont désormais pensés différemment au niveau international et comportent des défis spécifiques“.

Paucker a travaillé au Pour-cent culturel Migros pendant ses études et sait donc que la thématique du multilinguisme préoccupe les soutiens du théâtre depuis longtemps. „Cette question ne nous lâche pas, tant au niveau artistique qu’au niveau structurel. Un processus de production est généralement plus passionnant lorsqu’on travaille avec différentes conceptions „. Le théâtre transnational, ou justement „transcantonal“, intéresse cette Zurichoise d’origine à bien des égards. Il permet d’aiguiser son propre regard sur ce que l’on peut „reprendre, adapter et améliorer“ d’autres systèmes théâtraux.

„Cette question nous préoccupe, tant au niveau artistique que structurel. Un processus de production est généralement plus passionnant lorsqu’on travaille avec différentes conceptions“.

D’après elle, cela vaut également pour la Suisse où différents systèmes coexistent, comme les petits théâtres municipaux, les établissements à rayonnement national et la scène indépendante. A cela s’ajoute la Suisse romande, où l’on mise plutôt sur le système de tournées avec des maisons de production et d’accueil. Spécialement dans les domaines du „marché du théâtre“, de la vente et de la publicité, ainsi que de l’encouragement, il y a beaucoup à apprendre les uns des autres. En raison de la diversité linguistique, la Suisse est un modèle pour l’Europe, voire pour le monde – une chance énorme de gérer la diversité culturelle, de la comprendre et de l’exploiter. Paucker ajoute à ce propos : „Par conséquent, on est également performant au niveau international, car ce sont les mêmes questions qui se posent entre les différents pays !“. C’est donc aussi la mission principale des Journées du Théâtre Suisse de rassembler des théâtres de toutes les régions et de les présenter à un public local, de grandir entre les régions du pays et de réunir les créateurs de théâtre. „C’est toujours une expérience de voir à quel point on se connaît peu, alors qu’on travaille dans le même domaine, à un niveau et avec une notoriété comparables. Là on peut faire bouger les choses !“, Paucker en est convaincue.

C’est donc aussi la mission principale des Journées du Théâtre Suisse de rassembler des théâtres de toutes les régions et de les présenter à un public local, de grandir entre les régions du pays et de réunir les créateurs de théâtre.

„Avec le titre du programme-cadre „Mutation et renouveau“, je souhaite donner un signal. Nous prenons conscience qu’il est possible de s’unir, de réfléchir ensemble à la culture et se laisser inspirer“. Un autre exemple de renforcement est la nouvelle idée coopérative de cette année, le „Salon d’artistes“, une tradition venue de Suisse romande, lors de laquelle des pièces sont présentées devant des organisateurs-trices. Cela permet de générer un marché et de susciter l’intérêt avant même que la pièce ne soit produite. En outre, cela donne lieu à des coproductions et des invitations après que les pièces aient été pitchées.

En tant qu’événement le plus orienté vers le marché, la Sélection a le potentiel de faire bouger les artistes. „On produit beaucoup et on montre trop peu, alors que ce serait largement mérité !“.

Paucker décide seule à quel-les artistes elle souhaite donner une plate-forme. Pour cela, elle reçoit au préalable le soutien de « scouts de théâtre » de différentes régions. Cinq positions sont attribuées à la Sélection, la shortlist sert à donner plus de visibilité aux artistes. Il existe un potentiel pour être invité „au-delà de la frontière linguistique“. La Sélection, en tant que manifestation la plus orientée vers le marché, a le potentiel d’amener les artistes à partir en tournée. Paucker estime que „l’on produit beaucoup et que l’on ne montre pas assez, alors que cela serait largement mérité !“. L’aspect principal est de trouver le juste milieu entre un festival, un public local et un public national. „Parmi eux, les perceptions et l’accueil des pièces sont très différents – les cosmos théâtraux et les esthétiques sont parfois interprétés différemment et ne plaisent pas toujours à toutes les régions du pays. Il faut donc trouver des pièces qui incitent à s’intéresser au théâtre des autres cantons. Elles doivent être solides, répondre à une exigence esthétique, et être défendables de tout cœur“ ! C’est aussi pour cette raison que l’on s’est éloigné du curatorium et du jury. Paucker prête son profil à la Sélection, „c’est dans le fouillis que je cherche des pièces qui conviennent“, dit-elle en souriant.

„Parmi eux, les perceptions et l’accueil des pièces sont très différents – les cosmos théâtraux et les esthétiques sont parfois interprétés différemment et ne plaisent pas toujours à toutes les régions du pays. Il faut donc trouver des pièces qui incitent à s’intéresser au théâtre des autres cantons“.

La Sélection en un coup d’œil

Parmi les productions sélectionnées, „Ödipus Tyrann“ …
a convaincu, il s’agit d’un powerplay de deux femmes dans une mise en scène de Nicolas Stemann. „Je n’ai encore jamais vu des femmes jouer de cette manière – la tragédie est représentée avec un grand geste de théâtre urbain, les rôles sont joués à un haut niveau de technique d’interprétation et avec une extrême confiance en soi – ce qui convainc et touche en même temps“. Avec cette ouverture, Paucker souhaite donner un signal pour les performances d’acteurs-trices et les manuscrits de mise en scène extraordinaires.

„EWS“ …

est une production germano-suisse du Theater Neumarkt de Zurich. Comme son titre l’indique – „Le seul thriller politique de Suisse“ a jusqu’à présent toujours été jouée à guichets fermés. „Cette production réunit beaucoup de choses que j’aime personnellement. C’est à la fois une revue et une chorégraphie musicale et d’un style „marthalerien“ – décalé et burlesque avec un fond poético-documentaire. Pour les Journées du Théâtre Suisse, la pièce convient comme un gant – la Suisse traite un cas politique, cela cadre bien à plusieurs niveaux ! En même temps, la pièce EWS est un phénomène typique de notre temps !“ Une grande partie des actrices sont des non-professionnelles. „La pratique des expert-es et des témoins du quotidien est appréciée depuis peu!“. En outre, Lara Stoll se produit en très bonne poétesse slam sur scène et complète le tableau.

„Cette production réunit beaucoup de choses que j’aime personnellement. C’est à la fois une revue et une chorégraphie musicale et d’un style „marthalerien“ – décalé et burlesque avec un fond poético-documentaire. Pour les Journées du Théâtre Suisse, la pièce convient comme un gant – la Suisse traite un cas politique, cela cadre bien à plusieurs niveaux ! En même temps, la pièce EWS est un phénomène typique de notre temps“!

„The game of Nibelungen“

a lieu dans des salles de classe. Paucker dit à ce sujet : „la pièce n’est cependant pas pour les enfants – c’est déjà la blague“. Laura Gambarini donne une leçon d’allemand devant un public majoritairement francophone, „une grande comédie in a nutshell – il n’est pas nécessaire d’en dire plus, il s’agit du Röstigraben et de la mauvaise compétence linguistique des Romands“.

Le relazione pericolose„…

est la version italienne du roman épistolaire français „Les liaisons dangereuses“. La direction artistique est assurée par le directeur du théâtre, Carmelo Rifici. Paucker explique : „Il a travaillé sur différents textes afin d’aborder le questionnement philosophique du pouvoir, de l’amour, de la lutte et de la guerre à travers les personnages principaux – la matière idéale pour faire la guerre dans l’érotisme“ ! Il s’agit d’une histoire scénique exceptionnellement belle et installative. Avec des moyens théâtraux simples, de grands tableaux sont créés. „Je voulais absolument apporter une grande production scénique de la langue italienne aux Journées du Théâtre Suisse, alors que le Tessin élabore surtout de petites productions ou qui prennent des formes plus ludiques comme celles des diplômé-es de la Scuola Dimitri. L’italien est tout de même une langue scénique extraordinaire“ !

„Biais aller retour“

„Le biais“ est une position familiale qui s’adresse aux jeunes mais qui divertit également les adultes. Le Théâtre Am Stram Gram est célèbre pour ses productions familiales qui s’adressent surtout aux enfants. La grande troupe raconte sa propre histoire sur la problématique du vieillissement de la grand-mère. Mais la particularité de cette production est son horizon politique. „La pièce présente à la fois un niveau humoristique et un niveau technique spectaculaire. Elle traite des thèmes de la mort, de la pauvreté et de ce que l’imagination peut faire bouger“.

La pièce „Rendez-vous“

a été créée par Eugénie Rebetez qui, peu connue en Suisse alémanique, est une célébrité en Suisse romande. Elle travaille en premier lieu avec des artistes qui ne sont pas issu-es de son métier. C’est précisément ce genre de rencontres qu’elle recherche sur scène. Cela se passe physiquement autant que musicalement, par le mouvement, et chaque rencontre est différente. „C’est lié aux réalités que ces personnes apportent. Le résultat est extrêmement délicat et touchant et porte le charme de sa personne, mais aussi une certaine modestie, car Rebetez cherche vraiment à découvrir ce qui est caché, ce qui se trouve entre elle et les artistes. Cela paraît représentatif du désir de découvrir d’autres réalités“, raconte Paucker.

„J’espère vraiment que les invitations suivront, car c’est très urgent. Il s’agit d’une coproduction, la pièce la moins suisse et la plus suisse à la fois – la thématique est suisse, l’ensemble est international“.

„The Ghosts Are Returning“

est joué par un ensemble germano-suisse-congolais et les personnes sont engagées spécialement pour cela. Jusqu’à présent, la pièce n’a été jouée qu’à la caserne de Bâle, avec un grand succès mais devant peu de public. J’espère vivement que d’autres invitations suivront, car c’est très urgent. Il s’agit d’une coproduction, la pièce la moins suisse et la plus suisse à la fois – la thématique est suisse, l’ensemble est international“. Paucker est particulièrement enchantée par le multilinguisme, les langues du Congo, la musique, les chants parlés – un grand concert au contenu documentaire. Il s’agit du comportement de la Suisse à l’époque coloniale. Paucker explique : „L’accent est mis sur les rituels de deuil traditionnels qui ont été célébrés suite à la profanation de tombes. La pièce aborde la gravité du sujet et le débat sur la restitution mais aussi les conséquences à long terme du colonialisme et de l’exploitation. De plus, un membre de la troupe est décédé pendant la période de production et un deuil personnel joue ainsi un rôle dans la soirée, ce que l’on ressent et qui est d’ailleurs explicitement mentionné. Et pourtant, on assiste à une belle soirée de théâtre, pleine de plaisir et de musique, avec un appel moral mais pas moralisateur, qui ne se prend pas trop au sérieux et qui semble très léger et conciliant“.

„C’est aussi la raison pour les parenthèses „mutation“ – les choses ne sont plus certaines – et „renouveau“, avec une connotation positive et le but de provoquer un changement de l’un à l’autre“.

Pour Julie Paucker, la directrice artistique des Rencontres du Théâtre Suisse, l’époque mouvementée dans laquelle nous vivons est emblématique du fait que les habitudes et les certitudes, même en Suisse, peuvent changer et même s’effondrer. Elle dit : „Nous avons ici une situation très privilégiée, la question se pose souvent de savoir comment les choses vont évoluer, comment le système change et comment profiter des changements positifs. C’est aussi la raison pour les parenthèses „mutation“ – les choses ne sont plus certaines – et „renouveau“, avec une connotation positive et le but de provoquer un changement de l’un à l’autre. Cela a un rapport important avec les pièces, qui ne sont volontairement pas choisies en fonction d’un thème mais qui correspondent à notre réalité à nous tous, c. à d. que certaines choses s’effondrent ! La coopération avec „Tasty Future“ complète le programme avec l’ambition de pouvoir provoquer des changements de manière positive, notamment un bouleversement dans les médias, de fixer des salaires de référence sur le marché et de réduire la précarité générale des artistes.

Incontro Svizzero del Teatro con „rivendicazione“ transcantonale

Da mercoledì a domenica scorsa si è svolto a Friburgo l’Incontro Svizzero del Teatro, Ensemble ha incontrato Julie Paucker. È impegnata come direttrice artistica dal 2022 e ha lavorato con la direzione dell’epoca e ha spinto l’evento in avanti dal punto di vista concettuale. Una conversazione sul ruolo urgente del multilinguismo nel teatro e sulle collaborazioni al di là dei confini cantonali.

Julie Paucker è una drammaturga di formazione, ha lavorato in Svizzera e in Germania, al Teatro di Basilea, al Teatro Nazionale Tedesco di Weimar e altri. Con la sua Compagnia transnazionale Kula produce opere multilingue, a  questo focus ora si dedica anche in Svizzera. Dice: „Sia l’estetica sia le procedure, le routine e i processi teatrali sono ora considerati in modo diverso a livello internazionale, e pongono sfide particolari“. La 47enne era molto ben preparata per questo, lei vede la differenza tra i Cantoni come un’opportunità per imparare gli uni dagli altri.

 „Sia l’estetica sia le procedure, le routine e i processi teatrali sono ora considerati in modo diverso a livello internazionale., e pongono sfide particolari.”

Paucker ha lavorato per Migros Kulturprozent durante i suoi studi e quindi sa che la questione del multilinguismo preoccupa gli sponsor da tempo. „Questa domanda non ti lascia andare, sia a livello artistico che strutturale. Un processo di produzione è generalmente più entusiasmante quando si lavora con punti di vista diversi.” Il teatro transnazionale, o addirittura „transcantonale“, interessa la nativa di Zurigo sotto molti aspetti. Affina la propria visione rispetto a ciò che da altri „sistemi teatrali possono essere adottati, adattati e migliorati“.

„Questa domanda non ti lascia andare, sia a livello artistico che strutturale. Un processo di produzione è generalmente più entusiasmante quando si lavora con punti di vista diversi.”

Questo vale anche per la Svizzera, dove diversi sistemi convivono, come i Teatri municipali minori, i Teatri con emittenza nazionale e la Scena indipendente. E poi c’è la Svizzera francese, dove è più diffuso il sistema itinerante con case produttrici e invitanti. Soprattutto nei settori del „mercato teatrale“, delle vendite e della pubblicità, nonché della promozione, possono imparare molto gli uni dagli altri. A causa della differenza linguistica, la Svizzera è modello per l’Europa o addirittura per il mondo – un’enorme opportunità, quindi, per lavorare con la diversità culturale, per comprenderla e sfruttarla. Paucker dice: „Dopo di che, si è adatti anche a livello internazionale, perché sono le stesse questioni che si pongono tra i paesi diversi!“. Quindi è anche la missione principale del Theatertreffen, raccogliere i teatri di tutte le regioni e portarli a un pubblico locale, per poter crescere tra le parti del Paese e di far incontrare i professionisti del teatro. „È sempre un’esperienza che permette di vedere quanto poco ci si conosce, anche se si lavora nello stesso settore e allo stesso livello e allo stesso livello di celebrità. Lì si puo fare la differenza!“,Paucker è convinta.

Quindi è anche la missione principale del Theatertreffen, quella di riunire i teatri di tutte le regioni, e portarli ad un pubblico locale, per poter crescere tra le parti del Paese e di far incontrare  i professionisti del teatro.

„Con il titolo del programma quadro „Stravolgimento, Partenza“, vorrei dare un esempio. In particolare, cresce la consapevolezza che sia possibile connettersi, riflettere insieme sulla cultura e lasciarsi ispirare“. Un altro esempio di rafforzamento è l’idea nuova e cooperativa di quest’anno del „Salon d’artistes“, una tradizione della Svizzera romanda, dove gli spettacoli vengono presentati agli organizzatori. Questo genera un mercato e l’interesse viene suscitato prima ancora che il pezzo venga prodotto. Inoltre, questo dà origine a coproduzioni e inviti dopo la presentazione degli spettacoli.

Essendo l’evento più orientato al mercato, Sélection ha il potenziale per portare gli artisti in tournée. „Si produce molto e si mostra troppo poco, anche se sarebbe meritato!“.

La Paucker decide da sola quali sono gli artisti a cui vuole dare una piattaforma, riceve in anticipo il supporto degli scout delle varie regioni. Cinque posti saranno assegnati nella Sélection, mentre la lista ristretta sarà utilizzata per dare agli artisti  una maggiore visibilità. Esiste il potenziale di essere invitati „oltre il confine linguistico“, la Sélection  è l’evento più orientato al mercato, e ha il potenziale di portare gli artisti in tournée. Paucker afferma: „Si produce molto e si mostra troppo poco, anche se sarebbe meritato!“. L’aspetto principale è quello di colmare il divario tra  festival, un pubblico locale e un pubblico nazionale. „Tra loro ci sono visioni e ricezioni molto diverse delle opere teatrali – cosmo ed estetica del teatro sono talvolta interpretati in modo diverso e non sempre incontrano il favore di tutte le parti del Paese. Bisogna quindi trovare opere che invoglino a confrontarsi con i teatri degli altri Cantoni. Devono essere solidi, rispondere a uno standard estetico ed essere rappresentati con cuore! „Per questo motivo, ci si è tolti anche dal Consiglio di fondazione e dalla giuria, Paucker dà alla selezione il suo profilo: „Cerco i pezzi adatti nel mix“, dice e sorride.

„Tra loro ci sono visioni e ricezioni molto diverse delle opere teatrali – cosmo ed estetica del teatro sono talvolta interpretati in modo diverso e non sempre incontrano il favore di tutte le parti del Paese. Bisogna quindi trovare opere che invoglino a confrontarsi con i teatri degli altri cantoni.”

La Sélection in sintesi

Tra questi, „Edipo Tiranno“…

ha convinto, è un gioco di potere di due donne diretto da Nicolas Stemann. „Non ho mai visto le donne recitare in questo modo: la tragedia viene rappresentata con un grande gesto teatrale nello stile di una casa teatrale cittadina. I ruoli sono interpretati con un alto livello di tecnica recitativa, interpretato con estrema sicurezza di sé, il che è convincente e commovente allo stesso tempo“. Con l’inaugurazione Paucker vuole dare un segno per  le ottime performance attoriali e registiche.

„EWS”…

è una produzione svizzero-tedesca del Theater Neumarkt, come dice il titolo „L’unico thriller politico della Svizzera“, che finora ha sempre registrato il tutto esaurito. „Questa produzione riunisce molte cose che personalmente mi piacciono. È, per così dire, una revue, coreografia musicale e nello stile „Marthaler“ – eccentrico e stravagante con una base documentario-poetico. Per il Theatertreffen lo spettacolo è una cosa eccezionale – la Svizzera tratta un caso politico, che si adatta bene a molti livelli! Allo stesso tempo, l’opera teatrale EWS è un bambino del nostro tempo!“. Gran parte delle attrici sono amatori. „Esperti e  testimoni della vita quotidiana sono diventati popolari come pratica! Inoltre, con l’esibizione di Lara Stoll, una ottima poeta slam, viene completato il tutto.

„Questa produzione riunisce molte cose che personalmente mi piacciono. È, per così dire, una revue, coreografia musicale e nello stile „Marthaler“ – eccentrico e stravagante con una base documentario -poetico. Per il Theatertreffen lo spettacolo è come uno sputo – la Svizzera tratta un caso politico, che si adatta bene a molti livelli! Allo stesso tempo, l’opera teatrale EWS è un bambino del nostro tempo!“.

„Il gioco dei Nibelunghi“…

si svolge nelle aule scolastiche, dice Paucker: „ma il gioco non è per i bambini – questo è già la battuta“. Laura Gambarini impartisce una lezione di tedesco davanti a un pubblico prevalentemente francofono „una grande commedia in poche parole – non c’è bisogno di giustificarlo ulteriormente, si tratta del Röstigraben e della scarsa competenza linguistica dei Romands“.

„Le relazioni pericolose“…

la versione italiana del romanzo epistolare francese „Les liaisons dangereuses“, la direzione artistica è stata assunta dal direttore del teatro LAC, Carmelo Rifici. Paucker spiega: „Ha lavorato con diversi testi per sperimentare tramite i personaggi principali il dibattito filosofico  sui temi del potere, dell’amore, della lotta e della guerra – materiale ideale per la guerra erotica!“ Si tratta di una storia scenica eccezionalmente bella e installativa, con semplici mezzi teatrali vengono create immagini di grandi dimensioni. „Volevo davvero portare al Theatertreffen una grande produzione teatrale in lingua italiana , perché  in Ticino vengono prodotti prevalentemente piccoli produzioni – e le produzioni dei diplomati della Scuola Dimitri tendono ad assumere forme più giocose. Inoltre l’Italiano è  una grande lingua di scena!“

„Bias aller retour“ …

– „il pregiudizio“ è una posizione familiare rivolta ai giovani, ma è divertente anche per adulti. Il Théâtre Am Stam Gram è famoso per le  sue produzioni di spettacoli per famiglie e per bambini, il grande Ensemble racconta la propria storia sul problema dell‘ invecchiamento della nonna. Ma la particolarità della produzione è l’orizzonte politico, “il pezzo ha allo stesso tempo un livello umoristico ed è spettacolare a livello tecnico – c’è qualcosa in ballo! I temi sono la morte, la povertà e ciò che può muovere la fantasia.”

Lo spettacolo „Rendez-vous“…

viene direttamente da Eugénie Rebetez, che è ancora poco conosciuta nella Svizzera tedesca, è stata una star celebre nella Svizzera francese. Lavora principalmente con artisti che non provengono dal suo mestiere – sono proprio questi incontri che sta cercando sul palcoscenico. Questo avviene fisicamente come musicalmente, attraverso il movimento, ed è molto diverso in ogni caso. „Ha  da fare con le realtà che queste persone portano con sé. Il risultato è molto tenero e toccante, e porta con sé il fascino della loro persona, ma anche una certa modestia, in quanto Rebetez  cerca davvero ciò che si nasconde tra lei e gli artisti. È rappresentativo per il desiderio di sperimentare altre realtà“, dice Paucker.

„Spero vivamente in inviti successivi, perché è molto urgente. È una coproduzione, la pièce più antisvizzera e più svizzera allo stesso tempo – il tema è svizzero, l’Ensemble è internazionale“.

„I fantasmi stanno tornando“…

viene presentato da un Ensemble tedesco-svizzero-congolese, gli attori sono stati ingaggiati appositamente per questo. Finora l’opera è stata rappresentata con grande successo solo alla Kaserne di Basilea davanti a un pubblico ristretto. „Spero vivamente in inviti successivi, perché si tratta di un’opera molto urgente. È una coproduzione, la più anti-svizzera e la più svizzera. Il soggetto è svizzero, l’Ensemble è internazionale“. Paucker è soddisfatta soprattutto del multilinguismo, le lingue del Congo, la musica, il “Sprechgesang” – un grande concerto dal contenuto documentaristico. Si tratta di un’opera che ruota attorno al comportamento della Svizzera in epoca coloniale. Paucker spiega: „L’attenzione è rivolta a rituali di lutto tradizionali, celebrati a causa di profanazioni di tombe. Si tratta della serietà del tema e del dibattito sulla restituzione. Ma anche sulle conseguenze a lungo termine di colonialismo e sfruttamento. Inoltre, durante il periodo di produzione, un membro dell’Ensemble è morto e quindi la serata è segnata da una tristezza personale, che si sente e viene anche esplicitamente menzionato. Eppure si sperimenta una bella e piacevole serata musicale e teatrale con un richiamo morale, ma non didattico, che  non la prende troppo sul serio e si presenta  molto leggera e conciliante“.

„Da qui anche le parentesi „stravolgimento“ – le cose non sono più certe – e „partenza“ con una nota positiva con l’obiettivo di portare una rifunzionalizzazione dall’uno all’altro“.

Per la direttrice artistica dello Schweizer Theatertreffen Julie Paucker, il tempo emozionante in cui viviamo è emblematico del fatto che le abitudini e le certezze cambiano anche in Svizzera  e possono persino staccarsi. Dice: „Abbiamo una situazione molto privilegiata, spesso ci si chiede come continueranno le cose, come il sistema cambierà e come utilizzare i cambiamenti positivi. Da qui anche le parentesi „stravolgimento“ – le cose non sono più certe – e „partenza“ con una nota positiva con l’obiettivo di portare una rifunzionalizzazione dall’uno all’altro. Questo ha molto a che fare con i pezzi che non sono intenzionalmente selezionati in base a un tema, ma  la realtà per tutti noi è che le cose si spezzano! La collaborazione con „Tasty Future“ completa il programma con la pretesa di poter cambiare le cose in meglio, tra cui un cambiamento nelle massmedia, introdurre i salari di riferimento nel mercato e l’introduzione di un sistema per ridurre la precarietà generale degli artisti“.

Delegiertenversammlung: Eine Vision für die Zukunft

Matthias Albold eröffnet die diesjährige Delegiertenversammlung von SzeneSchweiz mit einer fulminanten und berührenden Rede. Er weist auf die Schwierigkeiten des vergangenen Jahres hin und betont, dass dies angesichts der Pandemie und des Ukrainekonfliktes auch an der Theaterfront nicht spurlos vorbeiginge.

„Endlich … sie spielen wieder. Sogar der Winter ohne epidemiologischen Unterbruch in den Spielplänen an den Theatern. Back to normal … sollte man meinen. Weiter geht’s, Vorhang auf, rein in die alten Bewegungs- und Verhaltensmuster. Die Zuschauer strömen, der Applaus ist uns sicher, weiter so und alles von vorne“, resümiert Matthias Albold die Rückkehr der Kultur nach Pandemie im letzten Jahr.

Alles gut? Nicht ganz Albold beobachtet mit Unbehagen eine Schwere im Weltgeschehen, einen Skeptizismus und wie Konflikte seit der Pandemie anders geführt werden. Doch genau jetzt wäre die Zeit, im und durch Theater Blickwinkel zu öffnen und die Gesellschaft zu spiegeln.

Stattdessen gibt es immer wieder Schlagzeilen misslungene Premieren, verlorengegangenes Publikum und Machtmissbrauch, unzumutbare Arbeitszeiten und Künstler*innen in prekären Umständen. Er betont deshalb einmal mehr den wichtigen Stellenwert der Kulturschaffenden in der Schweiz, sowie die Rolle des Verbandes im Kulturgeschehen.

„Endlich … sie spielen wieder. Sogar der Winter ohne epidemiologischen Unterbruch in den Spielplänen an den Theatern. Back to normal … sollte man meinen. Weiter geht’s, Vorhang auf, rein in die alten Bewegungs- und Verhaltensmuster. Die Zuschauer strömen, der Applaus ist uns sicher, weiter so und alles von vorne.“ Doch ganz so ist es nicht!

Flachere Strukturen würden überall angestrebt, bedeuteten aber längere Wege zur Entscheidungsfindung: mehr Sitzungen und Diskussionen in den Chefetagen, Lagerhaltungskosten, um nachhaltig Bühnenbilder aufzubewahren u.v.m. Das alles koste Zeit und Geld, so Albold, Nur die wenigsten Theater bekämen tatsächlich mehr davon gutgesprochen und somit kommen diese Dinge dazu, wie der Disponent auch aus eigener Erfahrung erklärte. Das führt entweder zu Mehrbelastung der Belegschaft oder zu Qualitätseinbussen in den Produktionsbedingungen. Genau hier ist SzeneSchweiz als Verband gefragt, um die Interessen der Arbeitnehmer zu schützen und den Wunsch aller nach mehr Mitsprache, ökologischem und diversem Bewusstsein zu unterstützen.

Des Weiteren konnten Rechtsstreitigkeiten zugunsten des Verbandes beigelegt werden, der Gesamtarbeitsvertrag für das künstlerische Solopersonal bereinigt und neu aufgesetzt werden und gemeinsam mit dem Schweizerischen Bühnenverband SBV konnte Gehör für die Ausnahmeregelung beim SECO erlangt werden. Im Übrigen zeigte sich der Sozialpartner bei der diesjährigen Tarifkommissionssitzung gesprächsbereit und legte ein moderates, aber akzeptables Mindestgagenwachstum an den Tag.

SzeneSchweiz ist Sozialpartner des Schweizerischen Bühnenverbandes SBV. Zusammen führen die vertragsschliessenden Verbände zwei Gesamtarbeitsverträge, die auf alle dem SBV angeschlossene Theater und das von ihnen beschäftigten Solo- und Gruppenpersonal Anwendung finden.

Besonders im Hinblick auf Subventionsverhandlungen ist es wichtig, als Arbeitnehmervertretung zu diskutieren – die Mindestgagen sollen weiterwachsen, als wichtigen Schrittmacher für die Lohnentwicklung

Besonders im Hinblick auf Subventionsverhandlungen ist es wichtig, als Arbeitnehmervertretung zu diskutieren – die Mindestgagen sollen weiterwachsen, als wichtigen Schrittmacher für die Lohnentwicklung, auch für die Freischaffenden. Er sagt dazu: „Unser Verband ist traditionell aus den Theaterhäusern herausgewachsen und die stetig steigenden Mitgliederzahlen sind nicht nur ein Beweis für eure gute Arbeit, sondern auch ein Indikator für die Umgestaltung unseres Berufsstandes. Früher waren die «Festen» in der Überzahl, heute sind es die «Freien».“ Dennoch steht noch viel Arbeit, beispielsweise im Hinblick auf die Grundsicherung im Tessin, die mit den Partnerverbänden über Suisseculture beim Bund und den Kantonen Gehör finden soll. In der Romandie konnte durch die tatkräftige Unterstützung durch Viviane Bonelli Aktivitäten wie unsere Workshops regional durchgeführt werden.

Mehrfach-Mitgliedschaften

Seit Jahren kommt im Rahmen der Zusammenarbeit mit anderen Verbänden die Idee einer Vereinbarung zu Doppelmitgliedschaften für darstellende Künstler*innen auf, konkretisiert wurde sie bisher nicht. Bisher ist offiziell nicht bekannt, wie viele SzeneSchweiz-Mitglieder auch in anderen Kulturverbänden organisiert sind, aber der Wunsch nach einer vergünstigten Doppelmitgliedschaft wird immer wieder an den Verband herangetragen.

Verschiedene vollzahlende Mitgliedschaften sind gerade für Freischaffende viel zu teuer. Kulturverbände bieten z. T. unterschiedliche Dienstleistungen an, wovon die Mitglieder von SzeneSchweiz mit einer zwischen den Verbänden vereinbarten Doppelmitgliedschaft mit stark reduziertem Mitgliederbeitrag profitieren könnten. Die Delegierten von SzeneSchweiz haben an der Delegiertenversammlung den Antrag, in den Statuten die vergünstigte Doppelmitgliedschaft vorzusehen, einstimmig angenommen.

„Unser Verband ist traditionell aus den Theaterhäusern herausgewachsen und die stetig steigenden Mitgliederzahlen sind nicht nur ein Beweis für eure gute Arbeit, sondern auch ein Indikator für die Umgestaltung unseres Berufsstandes. Früher waren die «Festen» in der Überzahl, heute sind es die «Freien».“

Matthias Albold, Präsident SzeneSchweiz – Berufsverband Darstellende Künste SzeneSchweiz

All das wäre nicht möglich, ohne die grossartige Arbeit der Geschäftsleiterin Salva Leutenegger und ihrem Team und allen anderen Involvierten, wie den beiden Anwält*innen, Vorstandskolleg*innen und Stellvertreter*innen, sowie den Obleuten – als wichtige Bindeglieder zu einer erfolgreichen Zusammenarbeit.


Neu besteht der Vorstand aus 12 Mitgliedern:

Freischaffende:

Oliver Dähler

Igor Mamlenkov

Martin Ostermeier

Catherine Pagani

Manuela Rigo

Alexandre Pelichet   

Festangestellte:

Matthias Albold

Cheyne Davidson       

Damien Liger      

Lisa Lorenz                    

Georgia Knower                          

Sascha Soydan    


Diese und andere Vergünstigungen und Dienstleistungen sind durch SzeneSchweiz für alle Mitglieder gewährleistet: