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Il 28 ottobre 2023, ScenaSvizzera, il Centro di Transizione SSUDK e il LAC Lugano (nell’ambito di LAC edu) hanno ospitato un dibattito sul tema „Carriera in movimento…“ in conversazione con la regista Laura Kaehr e il direttore SSUDK Oliver Dähler e con l’ospite speciale Giulia Tonelli, solista del Ballett Zürich.
Articolo scritto da Katja Vaghi, danzatrice, coreografa e ricercatrice di danza si forma alla Ballet Arts di New York per poi proseguire il suo percorso di approfondimento tra Zurigo, Londra e Berlino. Addottorata in studi della danza presso la University of Roehampton (UK), alterna lo studio teorico e la critica alla creazione per la scena. È lecturer presso la scuola per le arti sceniche e visive DIE ETAGE a Berlino, e guest lecturer e project supervisor alla Rambert School of Ballet and Contemporary Dance (BA e MA) a Londra. Ha una formazione nelle tecniche somatiche GYROTONIC®, GYROKINESIS® e yoga.
Nella società liquida descritta da Zygmunt Bauman, siamo sempre in transizione; l’unica certezza è l’incertezza. E alla mancanza di punti fermi, le danzatrici e i danzatori rispondo con creatività e adattabilità, non solo in scena. Abituati a coniugare apparenti contraddizioni come una prestazione da sportivi d’élite con un’alta sensibilità artistica, o il rilocarsi in un’altra nazione ad uno schiocco di dita, per la maggiore, con un contratto a tempo determinato in mano, le artiste e gli artisti della scena sono ben consci che nonostante tutta la dedizione e il precoce investimento di energie la loro sarà una carriera corta, molto più corta che in altre professioni. La passione per il movimento e la danza guidano la scelta verso queste professioni, e se a vent’anni ci si sente di avere una riserva d’energia pressoché infinita con il passare degli anni questa scema lentamente. Vi possono anche essere eventi che determinano una prematura chiusura di carriera. Spesso questo intenso legame con la propria arte non ha lasciato il tempo per esplorare altri interessi o passioni che aiuterebbero il reindirizzamento verso qualcosa di diverso. In questo caso c’è bisogno se non di una guida, quanto meno di uno scambio d’idee con qualcuno di affine. Fondata nel 1993 dall’Associazione Svizzera degli artisti scenici (SBKV, adesso SzeneSchweiz), la Fondazione per la riqualifica degli artisti della scena (SSUDK) dal 2016 ha un Centro di Transizione. Diretto dal danzatore, coreografo e pedagogo Oliver Dähler, il centro si prodiga di sostenere questo delicato momento di transizione accompagnando le artiste e gli artisti a trovare risorse economiche, psicologiche ed emotive.
Nella società liquida descritta da Zygmunt Bauman, siamo sempre in transizione; l’unica certezza è l’incertezza. E alla mancanza di punti fermi, le danzatrici e i danzatori rispondo con creatività e adattabilità, non solo in scena.
Il 28 ottobre 2023, ScenaSvizzera, il Centro di Transizione SSUDK e il LAC Lugano (nell’ambito di LAC edu) hanno ospitato un dibattito sul tema „Carriera in movimento…“ in conversazione con la regista Laura Kaehr e il direttore SSUDK Oliver Dähler e con l’ospite speciale Giulia Tonelli, solista del Ballett Zürich. Aperto dalla rappresentante per il Ticino di ScenaSvizzera, Margit Huber, l’evento ha visto Dähler in conversazione con l’ex-danzatrice ticinese Laura Kaehr autrice di Becoming Giulia uscito nelle sale l’anno scorso, insieme con l’interprete del lungo metraggio, Giulia Tonelli, solista presso il balletto dell’Opernhaus di Zurigo. (Link dell’ intervista con Laura Kaehr nella trasmissione Ticinonews del 28 ottobre 2023, a partire dal minuto 15.28)
L’intensità della carriera all’interno di una compagnia spesso è accompagnata da una completa dedizione fisica, emotiva ed intelletuale al lavoro durante l’anno teatrale che non permette di intraprendere una traiettoria di sviluppo durante questi engagements.
La carriera di una/un artista della scena è breve ed inizia molto presto. L’intensità della carriera all’interno di una compagnia spesso è accompagnata da una completa dedizione fisica, emotiva ed intelletuale al lavoro durante l’anno teatrale che non permette di intraprendere una traiettoria di sviluppo durante questi engagements. Per chi è freelance invece, si aggiunge spesso anche la mancanza di fondi come ostacolo ad una graduale riconversione professionale negli anni precedenti al ritiro dalla scena. Storicamente il bisogno di sostenere la transizione di carriera delle artiste e artisti della scena è partito dai paesi anglosassoni con la fondazione nel Regno Unito nel 1973 del Dancers Career Development (DCD). A questo è seguito nel 1985 il canadese Dancer Transition Resource Centre e il Career Transition for Dancers (CFTD) negli Stati Uniti. In Europa, il Retraining Program for Dancers (SOD) in Olanda viene fondato nel 1986. L’Organizzazione Internazionale per la Transizione Professionale dei Danzatori (IOTPD) è stata fondata nel 1993 a Losanna e ora ha preso il nome di Danse-Transition. Uno degli ultimi arrivati è la Stiftung TANZ, centro di transizione germanico con sede a Berlino ed istituito nel 2010. Durante il 2022 ad esempio il SSUDK in Ticino ha sostenuto la riconversione professionale di dieci persone. In totale, 170 artisti hanno beneficiato dei servizi di consulenza del Centro di Transizione della SSUDK sul tema della transizione professionale.
Due vite (professionali) in una, è questo quanto la fondazione SSUDK si riprone con la transizione. Il filo che lega queste due vite non va spezzato ma portato pian piano a trasformarsi in altro, per cambiare lentamente colore. Spesso si pensa che l’unico mestiere che si possa fare una volta terminata la carriera sul palco sia nell’insegnamento di danza o in qualche altro ruolo in stretto contatto con la scena. Il sostegno del SSDUK permette di aprire strade nuove di questo rimettersi in gioco, di pensare ‘out of the box’ andando, se si vuole, oltre la danza ed intraprendendo qualcosa di completamente diverso. Con il nuovo inizio formativo gli spazi della sala da prova e del palco sono sostituiti dai banchi di scuola e la presa di coscienza che la nuova professione richiederà un altro tipo di sforzo da parte dell’individuo. Un sostegno emotivo e psicologico aiuta a vedere l’esperienza come danzatrice o danzatore come un atout che porta con sé tutto un bagaglio di soft skills che saranno di vantaggio nel nuovo contesto lavorativo e che sono centrali nella scelta della direzione della riqualifica professionale.
Un sostegno emotivo e psicologico aiuta a vedere l’esperienza come danzatrice o danzatore come un atout che porta con sé tutto un bagaglio di soft skills che saranno di vantaggio nel nuovo contesto lavorativo e che sono centrali nella scelta della direzione della riqualifica professionale.
Questo è anche l’esperienza riportata dalla cineasta Kaehr durante la chiacchierata con Dähler. Dopo una carriera come danzatrice freelance, si è avvicinata al mondo del cinema. Nel suo intervento Kaehr ricorda come il cinema l’abbia sempre affascinata anche nel periodo di formazione in danza. Ricorda anche il primo momento di sospensione e disorientamento quando ha lasciato il mondo della scena, riflettendo su come la persona che si approccia alla riqualifica professionale si trovi di fronte a vari ostacoli a cui serve dare ascolto: prima di tutto comprendere che una decelerazione dell’attività è necessaria per considerare al meglio quello che poi sarà la nuova realtà professionale. Questa è una decisione che va ponderata e non si può pretendere di prendere una decisione su due piedi. Ma anche il fatto che ci si troverà di fronte a tutto un altro modo pensare – non più prettamente cinestetico – e che quindi sarà richiesto un grado di concentrazione per poter comprendere le nuove regole da sottostare nel nuovo ambito lavorativo. Questo può essere molto stancante e ci si può facilmente demotivare; è quindi importante che le persone vengano sostenute da coach o psicologi in questa delicata transizione.
Ma anche il fatto che ci si troverà di fronte a tutto un altro modo pensare – non più prettamente cinestetico – e che quindi sarà richiesto un grado di concentrazione per poter comprendere le nuove regole da sottostare nel nuovo ambito lavorativo.
Da sottolineare è che spesso la danza viene vista come un mestiere per cui non si usa la testa. Questo è uno stereotipo perché il sapere usato in danza non è verbalizzato, o si è poco inclini a verbalizzarlo. In realtà si tratta di un sapere molto raffinato e cospicuo. Per fare un esempio basti pensare al livello di coordinazione necessario ad un corps de ballet per eseguire anche una semplice coreografia. Come si potrebbe trasporre questo al livello di un’azienda? Oltre alle personali capacità e skills dipendenti dal carattere di ognuno, il praticare danza soprattutto se così intensamente come a livello professionale offre quindi una grande ricchezza di risorse. Un primo gruppo di risorse sono nella sfera delle soft skills, ovvero quello che ci permette di navigare al meglio lo stare in relazione: quindi il continuo scambio tra l’interno, l’intimo dell’individuo, e l’esterno, la capacità di avere una collaborazione efficace. La persona avrà poi una forte capacità di autogestione e automotivazione come chi ha passato anni a perfezionare la sua prestazione e fisica. Oltre, a questo porterà con sé nel suo prossimo lavoro anche la capacità di interpretare a livello fisico e cinestetico compiti e situazioni. Ad esempio, il corpo è centrale nel suo modo di fare cinema di Kaehr. Oppure avrà facilità a guidare le persone alla introcezione. Tutte sfumature offerte dall’intelligenza cinestetica caratteristica delle persone che hanno predisposizione a lavorare con il corpo. In una società improntata alla visualità, sempre più virtuale e distante dal corpo, questo non può che essere un punto a favore.
Per ulteriori informazioni consultare: Il dossier “The Dancers Survival Guide to Transition” del SSUDK
Altri centri di riconversione:
Dancers’ Career Development (DCD – UK)
Dancer Transition Resource Centre (DTRC – CA)
Career Transition for Dancers (CFTD – US)
Retraining Program for Dancers (SOD – NL)
Stiftung TANZ (DE)
Reconversion des Danseurs Professionnels (CH)
International Organization for the Transition of Professional Dancers (IOTPD)
Sul concetto di riconversione in danza:
2004: Baumol, William J., Joan Jeffri and David Throsby (2004) Making Changes: Facilitating the Transition of Dancers to Post-Performance Careers, Research Report, New York N.Y.: The aDvANCE Project. https://stiftung-tanz.com/wordpress/wp-content/uploads/2013/02/Facilitating-the-Transition-of-dancers.pdf
2006: Jeffri, Joan and David Throsby (2006) “Life after Dance” Career Transition of Professional Dancers” in International Journal of Arts Management, Vol 8, No 3 (spring 2006), p. 55-63. https://www.jstor.org/stable/41064887
2008: IJdens, Teunis and Berend Jan Langenberg (2008) Dancers Keep Moving International careers and transition: Research report Tilburg: IVA Policy Research and Consultancy Tilburg University. /https://on-the-move.org/files/dancers_keep_moving.pdf
2011: Poláček, Richard and Tara Schneider (2011) Dancers’ Career Transitions: A EuroFIA Handbook: https://www.fia-actors.com/uploads/Dancers_Handbook_EN.pdf
Im Gespräch bleiben: Treffen zur Umschulung für darstellende Künstler
Am 28. Oktober 2023 veranstalteten ScenaSvizzera, das SSUDK Transition Centre und das LAC Lugano (innerhalb des LAC edu) eine Debatte zum Thema „Karriere in Bewegung…“ im Gespräch mit der Regisseurin Laura Kaehr und dem SSUDK-Direktor Oliver Dähler und dem besonderen Gast Giulia Tonelli, Solistin des Ballett Zürich.
Artikel geschrieben von Katja Vaghi: Sie ist Tänzerin, Choreografin und Tanzforscherin, erhielt ihre Ausbildung bei Ballet Arts in New York und setzte dann ihre Studien in Zürich, London und Berlin fort. Als Absolventin der Universität von Roehampton (Großbritannien) wechselt sie zwischen theoretischen Studien und Kritik und der Kreation für die Bühne. Sie ist Dozentin an der Schule für darstellende und bildende Kunst DIE ETAGE in Berlin und Gastdozentin und Projektbetreuerin an der Rambert School of Ballet and Contemporary Dance (BA und MA) in London. Sie ist ausgebildet in GYROTONIC®, GYROKINESIS® somatischen Techniken und Yoga.
In der von Zygmunt Bauman beschriebenen flüssigen Gesellschaft befinden wir uns immer im Übergang; die einzige Gewissheit ist die Ungewissheit. Und auf das Fehlen von Fixpunkten reagieren Tänzer mit Kreativität und Anpassungsfähigkeit, nicht nur auf der Bühne. Sie sind es gewohnt, scheinbare Widersprüche wie sportliche Höchstleistungen mit hoher künstlerischer Sensibilität zu verbinden oder mit einem Fingerschnippen in ein anderes Land umzuziehen, meist mit einem befristeten Vertrag in der Hand, denn die Bühnenkünstler*innen sind sich bewusst, dass ihre Karriere trotz all ihres Engagements und ihrer früh investierten Energie nur kurz sein wird, viel kürzer als in anderen Berufen. Die Leidenschaft für Bewegung und Tanz treibt die Entscheidung für diese Berufe voran, und wenn man in seinen Zwanzigern das Gefühl hat, über eine fast unendliche Energiereserve zu verfügen, nimmt diese mit den Jahren langsam ab. Es kann auch Ereignisse geben, die zu einem vorzeitigen Ende der eigenen Karriere führen. Oft hat diese intensive Verbindung zur eigenen Kunst keine Zeit gelassen, andere Interessen oder Leidenschaften zu erforschen, die helfen würden, die eigene Energie auf etwas anderes zu lenken. In diesem Fall besteht das Bedürfnis, wenn schon nicht nach Beratung, so doch zumindest nach einem Gedankenaustausch mit einer vertrauten Person. Die 1993 vom Schweizerischen Bühnenkünstlerverband (SBKV, jetzt SzeneSchweiz) gegründete Stiftung für die Umschulung von Bühnenkünstler*innen (SSUDK) verfügt seit 2016 über ein Transition-Center. Unter der Leitung des Tänzers, Choreografen und Pädagogen Oliver Dähler setzt das Center alles daran, Künstlerinnen und Künstler in dieser heiklen Zeit des Übergangs zu unterstützen, indem es sie bei der Suche nach ökonomischen, psychologischen und emotionalen Ressourcen begleitet.
In der von Zygmunt Bauman beschriebenen flüssigen Gesellschaft befinden wir uns immer im Übergang; die einzige Gewissheit ist die Ungewissheit. Und auf das Fehlen von Fixpunkten reagieren Tänzer mit Kreativität und Anpassungsfähigkeit, nicht nur auf der Bühne.
Am 28. Oktober 2023 veranstalteten ScenaSvizzera, das SSUDK Transition Centre und das LAC Lugano (innerhalb des LAC edu) eine Debatte zum Thema „Karriere in Bewegung…“ im Gespräch mit der Regisseurin Laura Kaehr und dem SSUDK-Direktor Oliver Dähler und dem besonderen Gast Giulia Tonelli, Solistin des Ballett Zürich. Eröffnet wurde die Veranstaltung von Margit Huber, der Tessiner Vertreterin von ScenaSvizzera, gefolgt vom Gespräch Dählers mit der ehemaligen Tessiner Tänzerin Laura Kaehr, der Autorin des Films „Becoming Giulia“, das letztes Jahr in die Kinos kam, und der Interpretin des Kinofilms, Giulia Tonelli, Solistin des Zürcher Balletts am Opernhaus.
Die Intensität einer Karriere innerhalb einer Kompanie geht oft mit einer völligen körperlichen, emotionalen und intellektuellen Hingabe an die Arbeit während des Theaterjahres einher, die eine Entwicklung während dieser Engagements nicht zulässt.
Die Karriere eines Bühnenkünstlers ist kurz und beginnt sehr früh. Die Intensität einer Karriere innerhalb einer Kompanie geht oft mit einer völligen körperlichen, emotionalen und intellektuellen Hingabe an die Arbeit während des Theaterjahres einher, die eine Entwicklung während dieser Engagements nicht zulässt. Bei freischaffenden Künstlern hingegen wird häufig ein Mangel an finanziellen Mitteln als Hindernis für einen allmählichen Übergang der Karriere in den Jahren vor dem Ausscheiden aus dem Bühnenleben angeführt. Historisch gesehen begann die Notwendigkeit, den Übergang von Künstler*innen auf der Bühne zu unterstützen, in den angelsächsischen Ländern mit der Gründung der Dancers Career Development (DCD) im Jahr 1973 im Vereinigten Königreich. Es folgten 1985 das Canadian Dancer Transition Resource Centre und Career Transition for Dancers (CFTD) in den Vereinigten Staaten. In Europa wurde 1986 das Umschulungsprogramm für Tänzer (SOD) in den Niederlanden gegründet. Die International Organisation for the Career Transition of Dancers (IOTPD) wurde 1993 in Lausanne gegründet und heißt jetzt Danse-Transition. Einer der jüngsten Neuzugänge ist die Stiftung TANZ, ein 2010 gegründetes deutsches Umschulungszentrum mit Sitz in Berlin. Im Jahr 2022 unterstützte die SSUDK in der Schweiz zum Beispiel die berufliche Umschulung von zehn Personen. Insgesamt konnten 170 darstellende Künstler*innen von den Beratungsangeboten des Transition-Centers SSUDK zur Thematik der beruflichen Transition profitieren.
Zwei (Berufs-)Leben in einem, das ist es, was sich die SSUDK-Stiftung mit dem Übergang neu vorstellt. Der Faden, der diese beiden Leben verbindet, soll nicht abreißen, sondern sich langsam in etwas anderes verwandeln, langsam die Farbe wechseln. Oft wird angenommen, dass man nach einer Bühnenkarriere nur noch als Tanzlehrerin/Tanzlehrer oder in einer anderen Rolle mit engem Kontakt zur Bühne arbeiten kann. Die Unterstützung des SSUDK eröffnet neue Wege, sich wieder zu engagieren, über den Tellerrand hinauszuschauen, wenn man so will, über den Tanz hinauszugehen und etwas ganz anderes zu machen. Mit dem Neubeginn der Ausbildung werden die Räume des Proberaums und der Bühne durch Schulbänke und die Erkenntnis ersetzt, dass der neue Beruf dem Einzelnen eine andere Art von Anstrengung abverlangen wird. Emotionale und psychologische Unterstützung hilft dabei, die Erfahrung als Tänzerin oder Tänzer als eine Erfahrung zu sehen, die ein ganzes Bündel von Soft Skills mit sich bringt, die im neuen Arbeitskontext von Vorteil sein werden und die bei der Wahl der Richtung der beruflichen Umschulung von zentraler Bedeutung sind.
Emotionale und psychologische Unterstützung hilft dabei, die Erfahrung als Tänzerin oder Tänzer als eine Erfahrung zu sehen, die ein ganzes Bündel von Soft Skills mit sich bringt, die im neuen Arbeitskontext von Vorteil sein werden und die bei der Wahl der Richtung der beruflichen Umschulung von zentraler Bedeutung sind.
Von dieser Erfahrung berichtet auch die Filmemacherin Kaehr in ihrem Gespräch mit Dähler. Nach einer Karriere als freischaffende Tänzerin näherte sie sich der Welt des Films. In ihrem Gespräch erinnert sich Kaehr daran, dass der Film sie schon während ihrer Tanzausbildung immer fasziniert hat. Sie erinnert sich auch an den ersten Moment der Spannung und der Orientierungslosigkeit, als sie die Welt der Bühne verließ, und reflektiert darüber, wie derjenige, der sich einer beruflichen Umschulung nähert, mit verschiedenen Hindernissen konfrontiert wird, die es zu beachten gilt: zunächst einmal die Einsicht, dass eine Entschleunigung der Tätigkeit notwendig ist, um besser zu überlegen, wie die neue berufliche Realität dann aussehen wird. Es handelt sich um eine Entscheidung, die gut überlegt sein muss, und man kann nicht erwarten, dass man eine Entscheidung spontan trifft. Aber auch die Tatsache, dass man mit einer ganz neuen Denkweise konfrontiert wird – nicht mehr rein kinästhetisch – und dass daher ein gewisses Maß an Konzentration erforderlich sein wird, um die neuen Regeln zu verstehen, die im neuen Arbeitsumfeld gelten werden. Dies kann sehr anstrengend sein und man kann leicht demotiviert werden; daher ist es wichtig, dass die Menschen bei diesem heiklen Übergang von Coaches oder Psychologen unterstützt werden.
Aber auch die Tatsache, dass man mit einer ganz neuen Denkweise konfrontiert wird – nicht mehr rein kinästhetisch – und dass daher ein gewisses Maß an Konzentration erforderlich sein wird, um die neuen Regeln zu verstehen, die im neuen Arbeitsumfeld gelten werden.
Es ist zu betonen, dass der Tanz oft als ein Beruf angesehen wird, bei dem man seinen Kopf nicht einsetzt. Das ist ein Klischee, denn das Wissen, das im Tanz zum Einsatz kommt, wird nicht verbalisiert, oder es besteht wenig Neigung, es zu verbalisieren. In Wirklichkeit handelt es sich um sehr raffiniertes und auffälliges Wissen. Denken Sie zum Beispiel an den Koordinationsaufwand, den ein Corps de Ballet benötigt, um eine einfache Choreografie auszuführen. Wie ließe sich dies auf die Ebene eines Unternehmens übertragen? Neben den persönlichen Fähigkeiten und den vom Charakter abhängigen Fertigkeiten bietet die Ausübung des Tanzes, vor allem wenn sie so intensiv ist wie auf professioneller Ebene, also eine Fülle von Ressourcen. Eine erste Gruppe von Ressourcen liegt im Bereich der Soft Skills, d.h. derjenigen, die es uns ermöglichen, uns in einer Beziehung am besten zurechtzufinden: d.h. der ständige Austausch zwischen dem Inneren, dem Intimen des Individuums, und dem Äußeren, der Fähigkeit zu einer effektiven Zusammenarbeit. Die Person verfügt dann über eine starke Fähigkeit zum Selbstmanagement und zur Selbstmotivation als jemand, der jahrelang an seiner Leistung und seinem Körperbau gefeilt hat. Darüber hinaus bringt er die Fähigkeit mit, Aufgaben und Situationen auf körperlicher und kinästhetischer Ebene zu interpretieren. Zum Beispiel ist der Körper zentral für Kaehrs Art des Filmemachens. Oder es wird ihm leichtfallen, Menschen zur Introzeption zu führen. Alle Nuancen, die die kinästhetische Intelligenz von Menschen bietet, die eine Veranlagung zur Arbeit mit dem Körper haben. In einer von Visualität geprägten Gesellschaft, die immer virtueller und körperferner wird, kann dies nur von Vorteil sein.
Für weitere Informationen siehe: Dossier “The Dancers Survival Guide to Transition” von SSUDK
Andere Konversionszentren:
Dancers’ Career Development (DCD – UK)
Dancer Transition Resource Centre (DTRC – CA)
Career Transition for Dancers (CFTD – US)
Retraining Program for Dancers (SOD – NL)
Stiftung TANZ (DE)
Reconversion des Danseurs Professionnels (CH)
International Organization for the Transition of Professional Dancers (IOTPD)
Zum Konzept der Umschulung in Tanz:
2004: Baumol, William J., Joan Jeffri and David Throsby (2004) Making Changes: Facilitating the Transition of Dancers to Post-Performance Careers, Research Report, New York N.Y.: The aDvANCE Project. https://stiftung-tanz.com/wordpress/wp-content/uploads/2013/02/Facilitating-the-Transition-of-dancers.pdf
2006: Jeffri, Joan and David Throsby (2006) “Life after Dance” Career Transition of Professional Dancers” in International Journal of Arts Management, Vol 8, No 3 (spring 2006), p. 55-63. https://www.jstor.org/stable/41064887
2008: IJdens, Teunis and Berend Jan Langenberg (2008) Dancers Keep Moving International careers and transition: Research report Tilburg: IVA Policy Research and Consultancy Tilburg University. /https://on-the-move.org/files/dancers_keep_moving.pdf
2011: Poláček, Richard and Tara Schneider (2011) Dancers’ Career Transitions: A EuroFIA Handbook: https://www.fia-actors.com/uploads/Dancers_Handbook_EN.pdf
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