I | D Malcantone in Ticino: Teatro Lo Sgambetto

Perle d’arte performativa in Ticino: Teatro Lo Sgambetto, Croglio TI

Intervista a Melanie Häner, presidente e direttrice artistica

Blue Sky ha incontrato, per Ensemble, gli artisti del Malcantone associati a Scena Svizzera: Opera retablO di Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande di Sandro Shneebeli, Teatro Agorà di Marzio Paioni e Olimpia De Girolamo, Teatro Lo Sgambetto per la direzione di Melanie Häner.

Lo Sgambetto, nasce il 5 ottobre 2013 e vuole essere un vero e proprio ponte che connette attraverso incontri, sperimentazioni, creazioni e scambio di pratiche performative e pedagogiche.

Immagini di Roger Salem

Blue Sky: Cosa significa avere uno spazio artistico oggi, nutrirlo e farlo vivere?

Melanie Häner: Tutto è cominciato dall’esigenza personale di avere un luogo dove sentirmi libera ed esprimermi senza interferenze. Una volta trovato, ne ho parlato con Ruben Moroni, caro amico, attore, regista e scrittore teatrale che subito si è innamorato dello spazio, così come mia madre anche lei artista, pittrice e attrice. All’inizio lo usavamo per fare le prove ed era talmente bello e con un’energia così forte che il desiderio di condividerlo con altri è nato spontaneo: è iniziato quasi per caso e ci ha coinvolti tutti. Abbiamo iniziato a creare delle rassegne in cui presentare le nostre creazioni e dei lavori artistici che necessitavano di un ambiente piccolo e avvolgente. Avere questo spazio oggi, dopo nove anni e la pandemia, ha un significato molto importante perché sento che l’espressività umana è schiacciata dal sistema. E’ sempre difficile trovare un luogo dove sentirsi davvero liberi e per questo  continuo ad aver bisogno di un luogo in cui continuare a creare in libertà: Lo Sgambetto è questo. E’ stato un luogo in cui ho sperimentato il coraggio dei primi passi e così, come me, anche gli altri membri dello staff e altri artisti. E’ un luogo dove sperimentare una vita diversa.

Avere questo spazio oggi, dopo nove anni e la pandemia, ha un significato molto importante perché sento che l’espressività umana è schiacciata dal sistema.

Melanie Häner, direttrice artistica di Teatro Lo Sgambetto

In tutti questi anni siamo sempre andati avanti senza il sostegno del Cantone, pur dimostrando di aver fatto già fatto programmazioni di qualità. Spesso siamo rimasti delusi dalle risposte negative e,  anche se dovrebbe essere l’Istituzione a riconoscerne il valore e sostenere chi fa cultura, abbiamo deciso di continuare a lavorare come indipendenti e di tasca nostra. Più volte nella nostra storia abbiamo rischiato di chiudere e, dei privati, per puro amore dell’arte ci hanno salvato: senza di loro, Lo Sgambetto, non esisterebbe più.

Quale è il fulcro a cui tutto ruota intorno del vostro fare cultura?

Credo molto nell’arte vissuta e offerta in un certo modo, è fondamentale nel mondo di ora in cui l’individualismo cresce a dismisura: Lo Sgambetto è un luogo di connessione e d’incontro. Entrare a Lo Sgambetto è come entrare in famiglia. Dentro alle nostre possibilità abbiamo curato meticolosamente l’accoglienza tanto del pubblico quanto dell’artista che, quando arriva da noi, è un Re. Siamo sempre stati molto accorti in questo: per noi significa portare un grande rispetto e riconoscimento del lavoro artistico altrui. E questo si è sempre riflesso sul pubblico. L’arte è curativa, è un balsamo per l’anima e non ci sono tanti luoghi in cui puoi venire accolto nel modo in cui accogliamo i nostri spettatori. E’ proprio un salotto di famiglia e usufruisci dell’arte a un metro di distanza. Puoi interagire con l’artista un minuto dopo finito lo spettacolo, resti con lui, rimani.

Credo molto nell’arte vissuta e offerta in un certo modo, è fondamentale nel mondo di ora in cui l’individualismo cresce a dismisura: Lo Sgambetto è un luogo di connessione e d’incontro.

Non c’è il distanziamento spettacolo-pubblico. E’ un tutt’uno. Infatti è sempre stato un luogo sorprendente da questo punto di vista, con incontri casuali e fantastici. I veri punti di ritrovo sono dopo gli eventi: rimangono quelle persone che hanno voglia di un’energia diversa e… succedono altri spettacoli. Altri artisti si mettono in gioco cantano, suonano, accadono cose… come una porta segreta che apri e non sai cosa ti capiterà. È sempre stato fondamentale creare un ambiente in cui gli artisti non si sentissero in competizione ma, all’opposto, in connessione. La competizione non è fruttuosa né per l’arte né per il mondo in generale.

È sempre stato fondamentale creare un ambiente in cui gli artisti non si sentissero in competizione ma, all’opposto, in connessione. La competizione non è fruttuosa né per l’arte né per il mondo in generale.

Quali sono le attività pedagogiche all’interno de Lo Sgambetto?

Negli anni ci sono stati corsi e laboratori di vario tipo: danza contemporanea, improvvisazione musicale, teatro, canto, yoga, pratiche di ricerca performativa. Con la pandemia c’è stato un arresto delle attività e ad oggi, in vista anche del trasloco che faremo a breve, dovremo rimodulare l’offerta.

La cultura è prioritaria per le persone, per il proprio stato di salute, per stare bene. Lo Sgambetto è un miracolo, un’utopia, una mosca bianca, un fiore nel deserto. E’ una realtà preziosa che non trova nella società di oggi la giusta protezione.

Cosa vedi nel futuro?

Lo Sgambetto si sposterà perché lo stabile in cui si trova è stato venduto e siamo alla ricerca di un altro spazio. Ci saranno sempre Laboratori e Workshop, ma adesso abbiamo l’esigenza di utilizzare la nuova sede come luogo creativo. E’ il momento di costruire e utilizzare Lo Sgambetto per presentare i nostri lavori e aprirci ogni tanto al pubblico, anche per ospitalità altre. Per le rassegne, invece, dovremo valutare le nuove condizioni di lavoro e dello spazio. La cultura è prioritaria per le persone, per il proprio stato di salute, per stare bene. Lo Sgambetto è un miracolo, un’utopia, una mosca bianca, un fiore nel deserto. E’ una realtà preziosa che non trova nella società di oggi la giusta protezione. Noi siamo volontari e artisti e Lo Sgambetto è un’oasi in cui puoi essere pienamente te stesso: vogliamo continuare a nutrire questo spazio di libertà nel dialogo, nell’accettazione, nella curiosità e nell’incontro. Apri la porta: il mondo dell’invisibile ti aspetta a Lo Sgambetto.

NEWS 2023

L’associazione Lo Sgambetto produce il musical Acqua sul tema dell’immigrazione, che debutterà al Teatro Dimitri di Verscio il 30 settembre 2023! Il trailer è visibile qui, mentre il progetto è presente anche su Instagram e Facebook.

Biografia

Melanie Häner è presidente, direttore artistico, fondatrice dell’associazione e principale finanziatrice fin dall’inizio. Cantante, autrice di canzoni, attrice e ballerina, diplomata in storia e critica del teatro, arteterapeuta di formazione. Ha lavorato per diversi anni in Germania nel mondo del musical prima di tornare in Ticino, dove è nata e cresciuta, per insegnare e avviare un proprio teatro. Negli ultimi anni ha collaborato anche con la compagnia Finzi Pasca.

Gli altri membri dello staff sono: Ruben Moroni, Antonella Gabrielli, Giordano Marcionetti, Max Pizio, Michele Ferrari,  Michela Zanetti, Giovanni Panzera, Elena Masera.

E-mail:

haener.melanie@gmail.com

losgambetto@gmail.com


Perlen der Performancekunst im Tessin: Das Theater Lo Sgambetto, Croglio TI

Interview mit Melanie Häner, Präsidentin und künstlerische Leiterin

Blue Sky traf für das Ensemble Magazin die Künstler des Malcantone, die Mitglieder von ScenaSvizzera  sind: Opera retablO von Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande von Sandro Schneebeli, Teatro Agorà von Marzio Paioni und Olimpia De Girolamo und Teatro Lo Sgambetto unter der Leitung von Melanie Häner.

Lo Sgambetto wurde am 5. Oktober 2013 gegründet und will eine echte Brücke sein, die verbindet  durch Begegnungen, Experimentieren, Kreieren und durch den Austausch von performativen und pädagogischen Praktiken.

Bilder von Roger Salem

Bluew Sky: Was bedeutet es heute, einen Raum für Kunst zu haben, ihn zu pflegen und mit Leben zu füllen?

Melanie Häner: Am Anfang stand das persönliche Bedürfnis, einen Ort zu haben, an dem ich mich frei fühlen und mich ungestört ausdrücken kann. Als ich ihn gefunden hatte, sprach ich mit Ruben Moroni darüber, einem guten Freund, Schauspieler, Regisseur und Theaterautor, der sich sofort in den Raum verliebte, ebenso wie meine Mutter, die ebenfalls Künstlerin, Malerin und Schauspielerin ist. Am Anfang nutzten wir ihn für Proben, und er war so schön und hatte eine so starke Energie, dass der Wunsch, ihn mit anderen zu teilen, spontan entstand: Es begann fast zufällig und brachte uns alle ins Spiel. Wir begannen, Festivals zu veranstalten, auf denen wir unsere Kreationen und künstlerischen Arbeiten präsentieren konnten, die einen kleinen und gemütlichen Rahmen brauchten. Nach neun Jahren und nach der Pandemie heute diesen Raum  zu haben, hat eine sehr wichtige Bedeutung, weil ich das Gefühl habe, dass die menschliche Ausdruckskraft durch das System unterdrückt wird. Es ist immer schwierig, einen Ort zu finden, an dem man sich wirklich frei fühlen kann, und deshalb brauche ich nach wie vor einen Ort, an dem ich weiterhin in Freiheit schaffen kann: Lo Sgambetto war ein Ort, an dem ich die ersten mutigen Schritte erfahren habe, ebenso wie die anderen Mitarbeiter und Künstler*innen. Es ist ein Ort, an dem man ein anderes Leben erfahren kann.

Nach neun Jahren und nach der Pandemie heute diesen Raum  zu haben, hat eine sehr wichtige Bedeutung, weil ich das Gefühl habe, dass die menschliche Ausdruckskraft durch das System unterdrückt wird.

Melanie Häner, Leiterin Teatro Lo Sgambetto

In all diesen Jahren haben wir immer ohne Unterstützung des Kantons weitergemacht, obwohl wir gezeigt haben, dass wir ein qualitativ hochwertiges Programm gemacht haben. Die negativen Reaktionen haben uns oft enttäuscht, und obwohl es die Institutionen sein sollten, die den Wert der Kultur anerkennen und die Kulturschaffenden unterstützen, haben wir beschlossen, als Unabhängige und aus eigener Tasche weiterzuarbeiten. Mehrmals in unserer Geschichte haben wir die Schließung riskiert, und aus reiner Liebe zur Kunst haben uns Privatpersonen gerettet: ohne sie gäbe es Lo Sgambetto nicht mehr.

Was ist der Schwerpunkt, um den sich bei eurem Kulturschaffen alles dreht?

Ich bin ein großer Anhänger von Kunst, die auf eine bestimmte Art und Weise gelebt und angeboten wird, sie ist grundlegend in der heutigen Welt, in der der Individualismus überhand nimmt: Lo Sgambetto ist ein Ort der Verbindung und der Begegnung. Wenn man Lo Sgambetto betritt, ist es wie das Eintreten in eine Familie. Wir haben sorgfältig darauf geachtet, sowohl das Publikum als auch den Künstler wie einen König zu empfangen wenn sie zu uns kommen. Wir waren dabei immer sehr vorsichtig: für uns bedeutet es großen Respekt und Anerkennung für die künstlerische Arbeit anderer. Und das hat sich auch immer im Publikum widerspiegelt. Kunst ist heilsam, sie ist Balsam für die Seele, und es gibt nicht viele Orte, an denen man so willkommen geheißen wird, wie wir unser Publikum willkommen heißen. Es ist wirklich ein Familienwohnzimmer, und man genießt die Kunst von sehr nahe. Man kann noch eine Minute nach Ende der Vorstellung mit den Künstler*innen interagieren, man ist bei ihnen, man bleibt. Es gibt keine Distanz zwischen Vorstellung und Publikum. Es ist alles eins.

Ich bin ein großer Anhänger von Kunst, die auf eine bestimmte Art und Weise gelebt und angeboten wird, sie ist grundlegend in der heutigen Welt, in der der Individualismus überhand nimmt: Lo Sgambetto ist ein Ort der Verbindung und der Begegnung.

In der Tat, war es in dieser Hinsicht immer ein erstaunlicher Ort, mit zwanglosen und fantastischen Begegnungen. Die wirklichen Treffpunkte finden nach den Veranstaltungen statt: es bleiben die Leute, die Lust haben,  eine andere Energie zu spüren und… weitere Vorstellungen finden statt. Andere Künstler*innen treten auf, singen, spielen, Dinge passieren… es ist wie eine geheime Tür, die man öffnet und man nicht weiß, was mit einem passiert. Es war schon immer wichtig, ein Umfeld zu schaffen, in dem sich Künstler*innen nicht als Konkurrenten, sondern im Gegenteil als Verbündete fühlen. Wettbewerb ist weder für die Kunst noch für die Welt im Allgemeinen fruchtbar.

Es war schon immer wichtig, ein Umfeld zu schaffen, in dem sich Künstler*innen nicht als Konkurrenten, sondern im Gegenteil als Verbündete fühlen. Wettbewerb ist weder für die Kunst noch für die Welt im Allgemeinen fruchtbar.

Was sind die pädagogischen Aktivitäten im Lo Sgambetto?

Im Laufe der Jahre gab es Kurse und Workshops verschiedener Art: Zeitgenössischer Tanz, musikalische Improvisation, Theater, Gesang, Yoga, Praktiken der Recherche in Performance. Mit der Pandemie kamen die Aktivitäten zum Erliegen, und heute müssen wir, auch angesichts des bevorstehenden Umzugs, das Angebot neu gestalten.

Kultur ist eine Priorität für die Menschen, für ihre Gesundheit, für ihr Wohlbefinden. Sgambetto ist ein Wunder, eine Utopie, eine weiße Fliege, eine Blume in der Wüste. Es ist eine wertvolle Realität, die in der heutigen Gesellschaft nicht den richtigen Schutz findet.

Was siehst  du für die Zukunft?

Lo Sgambetto wird umziehen, das Gebäude, in dem es sich befindet, wird verkauft wurde und wir suchen nach einem anderen Raum. Es wird immer Kurse und Workshops geben, aber jetzt müssen wir den neuen Standort als kreativen Ort nutzen. Es ist an der Zeit, Lo Sgambetto aufzubauen und zu nutzen, um unsere Arbeit zu präsentieren und uns von Zeit zu Zeit für die Öffentlichkeit zu öffnen und auch für die Aufnahme anderer. Für die Vorstellungen hingegen werden wir die neuen Arbeits- und Raumbedingungen evaluieren müssen. Kultur ist eine Priorität für die Menschen, für ihre Gesundheit, für ihr Wohlbefinden. Sgambetto ist ein Wunder, eine Utopie, eine weiße Fliege, eine Blume in der Wüste. Es ist eine wertvolle Realität, die in der heutigen Gesellschaft nicht den richtigen Schutz findet. Wir sind Freiwillige und Künstler und Lo Sgambetto ist eine Oase, in der man ganz sich selbst sein kann: wir wollen diesen Raum der Freiheit im Dialog, der Akzeptanz, der Neugier und der Begegnung weiter pflegen. Öffne die Tür: die Welt des Unsichtbaren erwartet dich im Lo Sgambetto.

NEWS 2023!

Der Verein Lo Sgambetto produziert das Musical Acqua zum Thema Einwanderung, das am 30. September 2023 im Theater Dimitri in Verscio uraufgeführt wird! Den Trailer gibt es hier zu sehen, das Projekt ist auch auf Instagram und Facebook zu finden.

Biografie von Melanie Häner:

Melanie Häner ist Präsidentin, künstlerische Leiterin, Gründerin des Vereins und Hauptfinanzierin der ersten Stunde. Sängerin, Songwriterin, Schauspielerin und Tänzerin, Besitzerin eines Diploms in Theatergeschichte und -kritik, ausgebildete Kunst- und Musiktherapeutin. Sie hat mehrere Jahre in Deutschland in der Welt des Musicals gearbeitet, bevor sie ins Tessin, wo sie geboren und aufgewachsen ist, zurückkehrte, um zu unterrichten und ihr eigenes Theater zu gründen. In den vergangenen Jahren hat sie auch mit der Compagnie Finzi Pasca zusammengearbeitet.

Weitere Mitarbeitende sind: Ruben Moroni, Antonella Gabrielli, Giordano Marcionetti, Max Pizio, Michele Ferrari, Michela Zanetti, Giovanni Panzera, Elena Masera.

E-Mail:

haener.melanie@gmail.com

losgambetto@gmail.com

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