I | D Malcantone in Ticino: Opera retablO, Sessa

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Intervista a Ledwina Costantini attrice, regista e fondatrice di Opera retablO, con sede a Sessa (TI).

Blue Sky ha incontrato, per Ensemble-Magazin, gli artisti del Malcantone associati a ScenaSvizzera: Opera retablO di Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande di Sandro Schneebeli, Teatro Agorà di Marzio Paioni e Olimpia De Girolamo, Teatro Lo Sgambetto per la direzione di Melanie Häner.

Ledwina, cosa sottende alla poetica del tuo fare arte?

Nella mia vita e nella mia arte cerco di essere il più onesta possibile e le opere nascono di conseguenza: questo è il mio modo di stare al mondo e di capirlo. L’onestà è ciò che mi porta a guardare con attenzione anche al passato; attraverso di esso posso lavorare sul presente e sul futuro e grazie a questa attenzione, nel mio lavoro si manifestano quasi naturalmente ritualità e simboli.

Nelle mie opere accade che io metta in relazione il lato “ombra” – che intrinsecamente contiene anche la luce – e le grandi domande dell’essere umano. Se si nega il lato “ombra” dell’esistenza, si genera un disequilibrio che può portare alla violenza e alla distruzione. Io cerco di far dialogare queste due parti: i miei lavori non sono rassicuranti per il pubblico, sono evocativi.

Nella mia vita e nella mia arte cerco di essere il più onesta possibile e le opere nascono di conseguenza: questo è il mio modo di stare al mondo e di capirlo.

Non seguo le tendenze, il mainstream, e nonostante io dialoghi costantemente con il mondo circostante, sono sempre fuori moda. Per me, l’arte è quello che deve essere in quel preciso momento, in quel preciso posto, con quelle particolari persone. È così che deve essere per me: in un tempo e in uno spazio che permetta all’opera di rivelarsi.

Come crei le tue opere?

Tutto nasce dalle immagini che si creano nella mia mente.  Mi piace molto creare con le mani, costruendo oggetti di scena o installazioni e, al contempo, creo le azioni sceniche, le partiture fisiche e se necessario scrivo il testo. La realizzazione di un’opera necessita di un tempo specifico scandito dalla creatività che oggi è spesso in conflitto con i tempi e gli spazi dettati dalla burocrazia, che diventano sempre più soffocanti. La creazione di un’opera ha bisogno del suo tempo. La creazione, soprattutto oggi, è posta sotto stress da scadenze pressanti e da risorse economiche insufficienti.  Il lavoro va ideato, realizzato, riguardato, disfatto e rifatto, poi compreso e infine restituito al pubblico, con quanta più onestà possibile.

Il lavoro va ideato, realizzato, riguardato, disfatto e rifatto, poi compreso e infine restituito al pubblico, con quanta più onestà possibile.

Cosa ha mosso i tuoi viaggi, le tue formazioni?

Ho sempre viaggiato per lavoro e ho incontrato delle persone che mi hanno fatto conoscere il loro mondo, ma per rispondere a questa domanda devo partire da lontano. Mio padre avrebbe voluto fare il cantante d’Opera ma non ha potuto. Nella mia famiglia l’arte è sempre stata al primo posto, specialmente la musica e in particolare la lirica. L’educazione sentimentale in casa mia passava attraverso la musica, la pittura la letteratura: l’emozione, per me, è profondamente legata all’arte. Alla scuola dell’obbligo ero un disastro. E quindi, mio padre e mia madre, hanno pensato di iscrivermi alla scuola Dimitri, ma ero troppo giovane e non potevo essere ammessa. Sono stata dunque orientata verso il CSIA (Centro Scolastico Industrie Artistiche) di Lugano: è stata una rivelazione, una salvezza dall’habitus che mi portavo addosso. Ho scoperto di essere capace.

L’educazione sentimentale in casa mia passava attraverso la musica, la pittura la letteratura: l’emozione, per me, è profondamente legata all’arte.

In questa scuola c’era una docente di italiano che ci portava sempre a teatro. Una volta sulla bacheca della scuola ho visto un volantino che pubblicizzava un laboratorio di teatro, ho preso coraggio e ci sono andata: per due anni ho seguito i corsi del Teatro delle Radici di Cristina Castrillo (Lugano): da quel momento non ho più lasciato il mondo del teatro. A diciassette anni la compagnia mi ha chiesto di andare in tournée in America Latina e sono partita per tre mesi. Ho lavorato con loro per tanto tempo, poi sono stata in Inghilterra dove ho fatto degli stages come costumista e scenografa. Quando sono tornata, ho lavorato tanti anni con il Trickster Teatro, ora Trickster-P. Ho abitato queste realtà per lungo tempo: esperienze importanti che mi hanno segnato.

I cinesi hanno la particolarità di usare le energie maschili e femminili per la scena e questo aspetto mi avrebbe aiutata nella creazione del mio Re.

Poi sono andata in Cina, dopo aver conosciuto il mio maestro Xu Xuan, per fare uno studio sul mio Riccardo III di Shakespeare. I cinesi hanno la particolarità di usare le energie maschili e femminili per la scena e questo aspetto mi avrebbe aiutata nella creazione del mio Re. Ho studiato all’Opera Nazionale di Pechino per nove mesi e al ritorno ho fondato Opera retablO.

Quando hai fondato Opera retablO? E che significato ha questo nome?

Ho fondato l’associazione Opera retablO a Sessa nel 2008 con i miei genitori, purtroppo deceduti l’anno successivo. Nei loro confronti sento un debito emotivo e un sentimento di gratitudine per avermi indirizzato verso questa via. Dal 2009 abbiamo cambiato l’assetto dell’associazione: la sede è sempre a Sessa, dove si trova la nostra sala, che è il luogo – prezioso, quasi sacro – in cui si crea, e con l’andar del tempo abbiamo costruito una rete di collaborazioni a livello regionale, nazionale e internazionale; sono numerosi le artiste e gli artisti che partecipano ai nostri progetti.

Ho fondato l’associazione Opera retablO a Sessa nel 2008 con i miei genitori, purtroppo deceduti l’anno successivo. Nei loro confronti sento un debito emotivo e un sentimento di gratitudine per avermi indirizzato verso questa via.

Il nome dell’associazione arriva da retro tabula altaris, le pale d’altare europee che narrano con immagini dipinte o scolpite delle vicende religiose. Viaggiando in America del Sud ho scoperto la loro versione popolare, i retablos. Sono “scatole” di dimensioni variabili, con due ante che si aprono. Dentro ci sono tutte delle figurine colorate con scene di vita contadina. Questa idea mi è piaciuta e, visto che costruisco tanto, ho iniziato a realizzarne di miei. Essi rappresentano sia dei materiali di studio di un progetto, che scene vere e proprie degli spettacoli di Opera retablO. Opera arriva dall’Opera di Pechino, il teatro tradizionale cinese da cui ho ricevuto molto. Infine mi piacevano le due parole e come esse risuonano. Uno legge Opera retablO e si chiede: ma cosa vuol dire?

I lavori di Ledwina Costantini e le attività di Opera retablO si possono seguire qui:

Sito web

Trailer spettacoli

E-Mail: operaretablo@gmail.com


Interview mit Ledwina Costantini, Schauspielerin und Regisseurin und Gründerin von Opera retablO mit Sitz in Sessa (TI).

Blue Sky traf für das Ensemble-Magazin aus dem Künstler Malcantone im Tessin, die Mitglieder von SzeneSchweiz  sind: darunter die Insitutionen Opera retablO von Ledwina Costantini, Salone Piazza Grande von Sandro Schneebeli, Teatro Agorà von Marzio Paioni und Olimpia De Girolamo, Teatro Lo Sgambetto unter der Leitung von Melanie Häner.

Ledwina, was liegt der Poetik deines Kunstschaffens zugrunde?

In meinem Leben und in meiner Kunst versuche ich, so ehrlich wie möglich zu sein, folglich entstehen die Werke daraus: das ist meine Art, in der Welt zu sein und sie zu verstehen. Ehrlichkeit ist es, was mich dazu bringt, auch die Vergangenheit sorgfältig zu betrachten; dadurch kann ich an der Gegenwart und Zukunft arbeiten und dank dieser Sorgfalt erscheinen Rituale und Symbole fast selbstverständlich in meiner Arbeit.

In meinen Arbeiten kommt es vor, dass ich die „Schattenseite“ – die an sich auch Licht enthält – und die großen Fragen des Menschen in Beziehung bringe. Wird die „Schattenseite“ der Existenz geleugnet, entsteht ein Ungleichgewicht, das zu Gewalt und Zerstörung führen kann. Ich versuche, diese beiden Teile zum Dialog zu bringen: Meine Arbeiten sind für die Öffentlichkeit nicht beruhigend, sie sind bewegend.

In meinem Leben und in meiner Kunst versuche ich, so ehrlich wie möglich zu sein, folglich entstehen die Werke daraus: das ist meine Art, in der Welt zu sein und sie zu verstehen.

Ich folge keinen Trends, dem Mainstream , und obwohl ich ständig mit der Welt um mich herum spreche, bin ich immer aus der Mode. Kunst ist für mich das, was sie in genau diesem Moment, an genau diesem Ort, mit diesen bestimmten Menschen sein muss. So soll es für mich sein: in einer Zeit und einem Raum, die es dem Werk erlauben, sich zu offenbaren.

Wie entstehen deine Werke?

Alles kommt von den Bildern, die in meinem Kopf entstehen. Ich gestalte sehr gerne mit meinen Händen, baue Requisiten oder Installationen und gleichzeitig erstelle ich die szenischen Aktionen, die physischen Partituren und schreibe bei Bedarf den Text. Die Entstehung eines Werkes erfordert eine bestimmte Zeit geprägt von Kreativität, die heute oft im Widerspruch steht zu den von der Bürokratie diktierten immer erstickender werdenden Zeiten. Ein Werk zu schaffen braucht seine Zeit. In der heutigen Zeit wird die Entstehung eines Werkes durch dringende Fristen und unzureichende finanzielle Mittel unter Druck gesetzt. Die Arbeit muss konzipiert, geschaffen, betrachtet, rückgängig gemacht und neu gemacht, dann verstanden und schließlich der Öffentlichkeit so ehrlich wie möglich zurückgegeben werden.

Die Arbeit muss konzipiert, geschaffen, betrachtet, rückgängig gemacht und neu gemacht, dann verstanden und schließlich der Öffentlichkeit so ehrlich wie möglich zurückgegeben werden.

Was hat deine Reisen, deine Ausbildungen bewegt?

Ich bin schon immer beruflich gereist und habe Menschen getroffen, die mich in ihre Welt eingeführt haben, aber um diese Frage zu beantworten, muss ich  weiter  zurückgehen. Mein Vater wollte Opernsänger werden, konnte es aber nicht. In meiner Familie stand die Kunst immer an erster Stelle, vor allem die Musik und insbesonders die Oper. Die emotionale Bildung in meinem Haus entstand durch Musik, Malerei und Literatur: Emotion ist für mich eng mit Kunst verbunden. In der Pflichtschule war ich eine Katastrophe. Und deshalb dachten mein Vater und meine Mutter daran, mich in der Dimitri Schule anzumelden, aber ich war zu jung und konnte nicht aufgenommen werden. Ich habe mich also am CSIA (Centro Scolastico Industrie Artistiche) in Lugano eingeschrieben: Es war eine Offenbarung, eine Erlösung aus dem Habitus , den ich in mir trug. Ich habe entdeckt, dass ich Fähigkeiten habe.

Die emotionale Bildung in meinem Haus entstand durch Musik, Malerei und Literatur: Emotion ist für mich eng mit Kunst verbunden.

In dieser Schule gab es einen Italienischlehrer, der uns immer ins Theater mitgenommen hat. Als ich am Schwarzen Brett der Schule einen Flyer sah, der für einen Theaterworkshop warb, fasste ich Mut und ging dorthin: Zwei Jahre lang besuchte ich die Kurse des Teatro delle Radici von Cristina Castrillo (Lugano): Von diesem Moment an verließ ich die Welt des Theaters nicht mehr. Als ich siebzehn war, hat mich das Ensemble gefragt, mit ihnen durch Lateinamerika zu touren, und ich ging für drei Monate. Ich habe lange mit ihnen gearbeitet, dann bin ich nach England gegangen, wo ich einige Praktika als Kostümbildnerin und Bühnenbildnerin gemacht habe. Als ich zurückkam, arbeitete ich viele Jahre mit Trickster Teatro, jetzt Trickster-P. Ich habe lange in diesen Realitäten gelebt: wichtige Erfahrungen, die mich geprägt haben.

Die Chinesen haben die Besonderheit, männliche und weibliche Energien für die Bühne einzusetzen, und dieser Aspekt hatte mir bei der Erschaffung meines Königs geholfen.

Dann ging ich nach China, nachdem ich meinen Meister Xu Xuan getroffen hatte, um eine Studie über meinen Richard III. von Shakespeare zu machen. Die Chinesen haben die Besonderheit, männliche und weibliche Energien für die Bühne einzusetzen, und dieser Aspekt hatte mir bei der Erschaffung meines Königs geholfen. Ich studierte neun Monate an der National Opera in Peking und gründete nach meiner Rückkehr Opera retablO.

Wann hast  du  Opera retablO gegründet? Und was bedeutet dieser Name?

Opera retablO habe ich 2008 in Sessa mit meinen Eltern gegründet, die leider im folgenden Jahr verstarben. Ich fühle mich ihnen gegenüber emotional verpflichtet und bin dankbar dafür, dass sie mich auf diesen Weg geführt haben. Seit 2009 haben wir die Struktur des Vereins geändert: Der Hauptsitz befindet sich immer noch in Sessa, wo sich unser Saal befindet, das ist der Ort – kostbar, fast heilig – an dem wir erschaffen, und im Laufe der Zeit haben wir ein Netzwerk von Kooperationen aufgebaut auf regionaler, nationaler und internationaler Ebene; es gibt zahlreiche Künstlerinnen und Künstler, die sich an unseren Projekten beteiligen.

Opera retablO habe ich 2008 in Sessa mit meinen Eltern gegründet, die leider im folgenden Jahr verstarben. Ich fühle mich ihnen gegenüber emotional verpflichtet und bin dankbar dafür, dass sie mich auf diesen Weg geführt haben.

Der Name des Vereins stammt von Retro tabula altaris, den europäischen Altarbildern, die religiöse Ereignisse mit gemalten oder geschnitzten Bildern erzählen. Auf Reisen in Südamerika entdeckte ich ihre beliebte Version, die Retablos . Es sind „Boxen“ mit variablen Abmessungen und zwei zu öffnenden Türen. Im Inneren befinden sich  farbige Figuren mit Szenen aus dem bäuerlichen Leben. Mir gefiel diese Idee und da ich viel baue, fing ich an, meine eigenen zu machen. Sie repräsentieren sowohl Studienmaterial für ein Projekt als auch aktuelle Szenen aus Aufführungen von Opera RetablO. Opera kommt von der Peking-Oper, dem traditionellen chinesischen Theater, von dem ich viel erhalten habe. Schließlich mochte ich die beiden Wörter und  ihren Klang. Man liest Opera retablO und fragt sich: Was bedeutet das?

Die Werke von Ledwina Costantini und die Aktivitäten von Opera retablO können hier verfolgt werden:

Website

Trailer

E-Mail: operatablo@gmail.com

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